giovedì 28 giugno 2012

Dis_crimine

"Vi sarà sempre chi preferirà pagare il ciarlatano, anziché attingere gratuitamente dal sapiente."
(cit.)





venerdì 22 giugno 2012

Keep it simple (and funny)

"Yoga is less talk, more rock!" 


"Call me Manjiu, don't call me Guru, because that make me feel so old!"


"Keep it* simple!"
(*obviously about yoga)

 Manju Pattaabhi Jois  
Workshop and training teacher presso Ashtanga Yoga Bologna
17-21 giugno 2012


Untitled
(foto tratta dal sito ufficiale)




lunedì 4 giugno 2012

Gravità e concentrazione. Simmetria e respiro.


Savasana

Si ritiene che la posizione del cadavere sia la più facile da eseguire, ma allo stesso tempo la più difficile da comprendere. Infatti, se nelle altre asana gli esercizi mettono alla prova l’equilibrio, la forza o la flessibilità, qui la vera sfida consiste in un totale rilassamento di ogni parte del corpo e della mente.
[…]
Simmetria – Molte persone non riescono quasi mai a rilassarsi completamente, in quanto ossessionate dall’idea di dover disporre il corpo in modo perfettamente simmetrico, cosa che si può verificare visivamente, ma che collide con la risposta cinestetica (propriocettiva) del corpo. In altre parole, ciò che appare simmetrico non è detto che venga percepito come tale [e viceversa, ciò che viene percepito come simmetrico non è detto che lo sia, n.d.r.]
Occorre inoltre rassegnarsi al fatto che tutti i corpi umani sono asimmetrici, altrimenti non si riuscirà mai a raggiungere uno stato di profondo rilassamento emozionale e fisico. Per rilassarsi completamente è pertanto necessario accettare il proprio corpo così com’è e non come vorremmo che sia.
Respirazione – Cadere in uno stato di profondo, ma consapevole rilassamento è cosa ben diversa dal semplice dormire, un’esperienza che in questa posizione accomuna molti. Poiché il corpo è completamente a riposo ed il metabolismo è libero dalla forza di gravità, è possibile eseguire il più difficile tra gli esercizi di respirazione: essere pienamente consapevoli dei movimenti respiratori senza controllarli.
Di solito, quando si è consapevoli della propria respirazione, si tende in qualche modo ad alterarne il ritmo naturale. Quando invece questa consapevolezza manca, la respirazione avviene in seguito ad impulsi e comportamenti involontari. La combinazione tra attiva consapevolezza e arrendevolezza ai movimenti respiratori spontanei fa in modo che la vera e propria resa sia un atto di volontà.

Tratto da Yoga Anatomy di Leslie Kaminoff, Calzetti Mariucci Editori

sabato 2 giugno 2012

Guru a chi?

Ogni volta che la parola 'guru' viene usata impropriamente, una rosa himalayana appassisce.


Fermiamo questo scempio!