lunedì 29 aprile 2019

Perdo_nato

Parole che amo: leggere, cogliere con gli occhi.

https://www.etimo.it/?term=leggere

Parole che amo: placenta, torta della mamma.

Parole che amo: sfumatura.

“Tutte le volte che a nasco”. (Cit.)

Provo_chi_amo

Maxence Fermine ~ Neve

Citazioni dal libro.

La neve è una poesia. Una poesia che cade dalle nuvole in fiocchi bianchi e leggeri.

Questa poesia arriva dalle labbra del cielo, dalla mano di Dio.

- Padre, voglio diventare poeta.
- La poesia non è un mestiere. È un passatempo. Le poesie sono acqua che scorre. Come questo fiume.
- È esattamente quello che voglio fare. Imparare a guardare il tempo che scorre.

È il momento di dire l’indicibile. È il momento di viaggiare senza muoversi. È il momento di diventare poeti.

Un mattino di sole sbiadito, una farfalla gli si posò sulla spalla e vi lasciò una labile traccia di stelle, che la pioggia di giugno lavò via.

Si sedette al cospetto dello splendore del mondo.

Fu un viaggio verso il sole del suo cuore.

L’amore è l’arte più difficile. E scrivere, danzare, comporre, dipingere, sono la stessa cosa che amare. Funambolismi. La cosa più difficile è avanzare senza cadere.

Era una funambola, e la sua vita seguiva una sola via. Retta.
[...]
Ma la giovane donna, padroneggiando la sua arte, avanzava inesorabilmente. Passo dopo passo. Soffio dopo soffio. Silenzio dopo silenzio. Di vertigine in vertigine. Non inciampo mai.

Non a tutti è dato di incontrare delle verità quando ancora si è in vita.

Bianco come il silenzio.

...e si amarono l’un l’altro sospesi su un filo di neve.







Gli incubi nel cassetto (fiscale).

Parole che amo: resa. Che in portoghese significa preghiera.


Ti va di salire a vedere la mia collezione di Surya Namaskar?

“È più facile mettere paura che infondere coraggio”.

Parole che amo: albero.

“Da piccola credevo che l'albero si chiamasse così perché era il primo a vedere l'alba al mattino. Poi mi hanno trasferita a Milano e gli alberi erano coperti dai grattacieli. A me il nome "grattacieli" mi metteva in imbarazzo come nome, sembrava una cosa sessuale. Allora erano alberi di città.

Sono andata a vedermi l'etimo di alberi. È stata l'etimologia più deludente di tutte e in realtà non troppo lontana dalla mia teoria d'infanzia: deriva dal latino albus, bianco. E' sinonimo di Pioppo bianco, albero dalle foglie albescenti.

Ma chiamare così tutti gli alberi? Allora dovremmo cominciare a chiamarli verderi, seguendo questo ragionamento. E d'autunno gialleri o rosseri”.

https://letimofuggente.blogspot.com/2011/10/albero.html