mercoledì 13 dicembre 2023

Barbie. Il film.

Barbie Il Film.

Dopo averne letto un gran bene, incuriosita e nostalgica della mia ex-bambola preferita, l’ho guardato.

Sono rimasta delusa. Avevo letto che nel film si promuovevano istanze femministe e mi ero creata un certo tipo di aspettative.

Ho visto un film sul patriarcato, creato dal patriarcato, che il femminismo, casomai, lo danneggia.

Manifattura cinematografica eccellente, alcune battute superbe*, del resto il patriarcato sa essere spesso molto seducente, sia per gli uomini che per le donne. Una perfetta americanata. Che propone un mondo sempre squilibrato e discriminante nei confronti di qualcuno.

Il mondo di Barbie dove dominano solo le donne e gli uomini sono relegati a sentirsi qualcuno solo in funzione dello sguardo femminile, è patriarcale quanto e più del mondo reale, discriminatorio nei confronti delle donne. E anche quando la doppia discriminazione viene resa evidente, nel mondo di Barbie viene ripristinato un ordine gerarchico femminile che agli uomini concede solo qualche briciola in posizioni subalterne. Dando una visione del femminismo come se fosse l’opposto del maschilismo. Come se i problemi del patriarcato si risolvessero togliendo agli uomini ogni forma di potere, valore, dignità.

No, il femminismo non è il contrario del maschilismo. No, il patriarcato non si supera sostituendo tout-court gli uomini con le donne. Siamo veramente fuori strada, su tutta la linea.

Detto questo, ho trovato molto interessante il personaggio di Ken e la sua parabola, a mio avviso è lui l’unico personaggio vagamente femminista del film. Scopre il patriarcato con ingenuità e ne coglie subito i vantaggi e trappole. Appena può lo usa a suo vantaggio per prendere potere che non gli era mai stato concesso, ma capisce quasi subito che è un gioco a perdere anche da quel lato. E si trova davanti alla necessità di “crescere” e di trovare nuove modalità. Sì, lo deve fare anche Barbie, ma lei lo fa da privilegiata, Ken lo deve affrontare dalla parte del discriminato.

Comunque ho adorato l’excursus storico delle varie bambole della Mattel e relativi accessori.

Io avevo Skipper a chi cresceva il seno, e le tagliai il petto con la forbice perché volevo assolutamente capire come funzionasse.

E ho trovato interessante scoprire la storia di Midge, la bambola incinta.

*Una delle battute che mi sono piaciute di più è di Ken: “Quando ho capito che il patriarcato non riguardava i cavalli avevo già perso interesse”.