venerdì 27 aprile 2012

Specchio, specchio...

Biancaneve di Tarsem Singh, 2012
(Titolo originale Mirror, mirror)




Su Tarsem si è già scritto tutto e il contrario di tutto, il termine con cui lo si descrive più spesso è visionario, aggettivo ormai abusato almeno quanto i suoi canoni visivi. È diventato un po' come la sua famosa pubblicità: si odia o si ama.

Io l'ho amato alla follia in gioventù come pubblicitario e l'ho completamente ignorato come regista di videoclip e di film.
L'ho ritrovato dopo tanti anni quasi per caso, ma con tanta curiosità, in questo film per bambini. Sul suo Biancaneve ho letto recensioni contrastanti: assolutamente negative o completamente entusiastiche. Lo si odia o lo si ama ancora oggi a quanto pare, e ancora tutti lo definiscono visionario.
Non riesco a concordare completamente né con gli uni, né con gli altri.
Ho trovato lui, Tarsem, sempre molto simile a se stesso. Immagini, scenografie, costumi ingombranti e ambiziosi, ma certamente spettacolari. Il film non mi ha convinta del tutto, ma in qualche modo mi ha colpita.
Julia Roberts nel ruolo della matrigna è spiazzante. Nel mio immaginario infantile la matrigna era di una cattiveria manifesta e austera. Questa invece è in apparenza melensa, cortese e innocuamente veniale, immersa nella sua vanità, anche se poi di fatto si rivelerà velenosa, pungente, pianificatrice. E in questo senso Julia Roberts è perfetta per rappresentare la subdola perfidia di chi vuole manipolare gli altri dissimulando dolcezza e altruismo, di chi finge di amare il prossimo per sfruttarlo, che si tratti della figlia, del servitore fidato, di un aspirante marito o del popolo governato. In realtà alcune sue pulsioni sono talmente umane che a tratti viene da fare il tifo per lei.
Biancaneve è post-femminista come tutte le ultime eroine del cinema di animazione (Rapunzel, Giulietta di Gnomeo solo per citarne un paio) se la cava abbastanza autonomamente e spesso è risolutiva nell'aiutare il principe, ma ne è comunque innamorata, non rinnega il suo bisogno di un uomo che la ami e il meglio lo dà nel gioco di squadra con gli amici nani e, appunto, il suo principe, che forse non la salva più, ma di sicuro la sostiene.
I nani, briganti travestiti da giganti, sono i personaggi più interessanti. Rinnegati dalla società in quanto 'indesiderabili' hanno trasformato le loro debolezze in punti di forza e doneranno questo insegnamento all'amica Biancaneve, che in cambio li riscatterà agli occhi del popolo. Vengono liberati dai bambineschi nomi disneyani e dotati di una caratterizzazione più decisa. Napoleone (vanitoso ed esperto di moda), Macellaio (sempre un po' diffidente e bastian contrario), Lupo (selvaggio e passionale), Grimm (in omaggio alle origini della fiaba), Mangione (sempre affamato), Riso (orientale e sorridente), Mezza Pinta (aveva un pub, ama bere).
Finale bollywoodiano, con cui forse Tarsem omaggia le sue origini indiane, non brilla certo per originalità ma non contrasta con l'effetto minestrone di tutto il film.

Matrigna: "La chiamarono Biancaneve probabilmente perché era il nome più pretenzioso che potessero inventare."

Nani: "Mai fidarsi di nessuno più alto di un metro e venti."

(I nani a tavola, discutono sul possibile motivo della tristezza di Biancaneve)
"Perché reagisce così?"
"idiota, perché lo ama!"
"Lo ama?!? Ha cercato di ucciderla oggi!"
"E allora? Che cos'è per te l'amore?"
"Qualcuno che ti passa le patate..."



martedì 10 aprile 2012

Spiritual Einstein

Albert Einstein  non è stato solo il più importante scienziato del secolo scorso, ma anche un uomo di grande sensibilità culturale, politica, spirituale. Di questo suo ultimo aspetto non potevo non subire il fascino. Tra le altre cose fu un grande ammiratore di Mahatma Gandhi, diventò vegetariano per scelta etica e trasse ispirazione dalla lettura della Bhagavad Gita
Fra Einstein e Gandhi ci fu il cordiale scambio di una lettera in cui entrambi auspicarono di potersi conoscere di persona, ma di fatto purtroppo non si incontrarono mai. 


«Credo che le idee di Gandhi siano state, tra quelle di tutti gli uomini politici del nostro tempo, le più illuminate. Noi dovremmo sforzarci di agire secondo il suo insegnamento, rifiutando la violenza e lo scontro per promuovere la nostra causa, e non partecipando a ciò che la nostra coscienza ritiene ingiusto. » 
«Gandhi, il più grande genio politico del nostro tempo, ci ha indicato la strada da percorrere. Egli ci ha mostrato di quali sacrifici l'uomo sia capace una volta che abbia scoperto il cammino giusto.» 
«Dovremmo sforzarci di fare le cose allo stesso modo: non utilizzando la violenza per combattere per la nostra causa, ma non-partecipando a qualcosa che crediamo sia sbagliato» 
«Una guida del suo popolo, privo di aiuto da parte di qualsiasi altra autorità esterna; un uomo politico i cui successi non si basano sull'artificio o sulla padronanza di formule tecniche, ma semplicemente sull'autorità morale che emanava dalla sua personalità; un combattente vittorioso che ha sempre disdegnato l'uso della forza; un uomo saggio e umile, armato di decisione e di inflessibile coerenza, che ha dedicato ogni energia alla rinascita del suo popolo e al miglioramento delle sue fortune; un uomo che ha affrontato la brutalità dell'Europa con la semplice dignità di un essere umano, dimostrandosi superiore in ogni occasione. È possibile che le generazioni future stenteranno a credere che un tale uomo sia mai vissuto in carne e ossa su questa terra.» 
«Quando leggo la Bhagavad-Gita e rifletto su come Dio creò questo universo, ogni altra cosa mi sembra così superflua.» 
«Sono diventato vegetariano per ragioni etiche, oltre che salutistiche. Credo che il vegetarismo possa incidere in modo favorevole sul destino dell'umanità.» «A parer mio, la scelta di vita vegetariana, anche solo per i suoi effetti fisici sul temperamento umano, avrebbe un'influenza estremamente benefica sulla maggior parte dell'umanità.» 
Stencil a Buenos Aires

venerdì 6 aprile 2012

E_go

L'egoismo è come un uomo con una spada dalla lama meravigliosamente seducente, ma intinta di un veleno mortale. L'uomo sa del veleno, ma non può trattenersi dall'aprire la bocca, poggiare la spada sulla lingua e deglutire.
(cit.)