Da circa un anno e mezzo ho scoperto l'ashtanga vinyasa yoga, stile che che in breve tempo mi ha appassionata totalmente in quanto sistema yogico completo e per alcune sue peculiarità, per esempio:
- l'ordine logico e propedeutico delle asana;
- l'attenzione per il respiro, il drishti (direzione dello sguardo), il pranayama;
- l'integrazione nella pratica del chanting (mantra e canti vedici);
- la continuità con la tradizione indiana e il grande rispetto per il lignaggio dei Maestri;
- il rispetto per il ciclo femminile e per quello lunare.
Nella mia esperienza personale, da praticante principiante di ashtanga, ho iniziato questo stile con le lezioni guidate. Quando il mio insegnante mi ha proposto di passare al mysore (quasi subito, in realtà) ho dovuto vincere dure resistenze mentali. Non mi sentivo pronta, non mi giudicavo (ah! i giudizi!) all'altezza, avvertivo una forte pigrizia a distanziarmi dall'abitudine.
Una volta provato il mysore ho provato subito un senso di "faticosa responsabilità e autonomia". L'insegnante era lì, a controllarmi, correggermi e comunque ancora a guidarmi, ma finalmente praticavo secondo il mio ritmo, prendendo coscienza del mio respiro (della sua irregolarità, soprattutto...) e mi scontravo nuovamente (cioè, ancora una volta, ma in modo diverso) con tutti i limiti fisici e mentali della mia pratica.
Il perché di questo senso di "faticosa autonomia" mi è diventato più chiaro durante un workshop con Lino Miele, che ci faceva appunto notare come abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci dica cosa fare e come farlo, abbiamo bisogno di essere sempre "guidati" se non addirittura "comandati" (nello yoga e nella vita, o forse viceversa). Per contro, la pratica del mysore insegna a conoscere meglio sé stessi, a diventare più autonomi e, in definitiva anche più liberi.
Lentamente ho imparato ad apprezzare ed infine a preferire il metodo mysore, e oggi sono pienamente convinta che sia la strada da privilegiare nel (mio) cammino dello yoga, ciò nonostante ritengo che le lezioni guidate non debbano essere abbandonate del tutto, e che occasionalmente, siano un'ottima pratica anche per gli yogi più esperti e avanzati.
In particolare, mi ha colpito una definizione di Manju Jois delle classi guidate con conteggio dei vinyasa in sanscrito, da lui descritte come una forma di chanting. In effetti, capita a volte che nelle classi guidate si crei una forte "energia di gruppo", capace di sostenere la pratica dei singoli, mentre nelle classi di mysore credo tenda a prevalere un'"energia individuale".
Per sintetizzare, ho stilato un breve elenco di quelli che considero pro e contro dei due metodi.
Lezione stile Mysore
Vantaggi:
- preferita dai praticanti avanzati e dagli insegnanti;
- possibilità di inserire esercizi preparatori alle asana personalizzati;
- pratica secondo il proprio ritmo e respiro;
- senso di responsabilità, libertà, autonomia;
- pratica più "potente" (miglioramenti più radicati);
- maggiori soddisfazioni per i risultati ottenuti.
Criticità (soprattutto per i principianti):
~ discontinuità nel ritmo della pratica;
~ ci si stanca prima e l'interruzione o l'abbandono della pratica (se solitaria, cioè non in shala) è più facile;
~ difficoltà di organizzazione dei tempi di pratica (soprattutto se solitaria);
~ esalta l'individualità e l'ego.
Lezione Guidata
Vantaggi:
- preferita dai principianti e dai praticanti occasionali;
- la guida dell'insegnante è rassicurante, ti corregge, ti incoraggia;
- il confronto con gli altri praticanti fa da sprono;
- è più semplice seguire un ritmo regolare e continuo;
- è una specie di chanting e si crea un'energia di gruppo;
- buona per tenere a bada l'ego.
Criticità:
~ tende a essere ripetitiva;
~ non c'è molto spazio per correzioni, aggiustamenti, perfezionamenti personali;
~ si tende a diventare troppo dipendenti dalle indicazioni dell'insegnante.
In conclusione, ritengo che le lezioni guidate debbano essere occasionalmente integrate anche nella pratica abituale del mysore, per le caratteristiche complementari dei due stili, sia per i principianti che per i praticanti più esperti.
Grazie tantissimo per questo fantastico post.
RispondiEliminaAnch'io ho cominciato Ashtanga da quasi piú di un anno con la modalitá guidata, con una maestra bravissima e un gruppo altrettanto fantastico, durante le lezioni come dici tu si sentiva una vera e propria un'energia di gruppo. Mi sono trasferita a Roma da poco e indagando ho trovato il centro di Lino Miele dove mi hanno subito proposto mysore il quale non mi é piaciuto per niente per tutti i motivi che elenchi qui sopra. Peró credo sia meglio mysore che guidata per principianti quale io non sono. Mi hai convinto, grazie alla tua esperienza a provare a continuare con la lezione mysore
Mi fa davvero piacere! Se ti va ripassa per aggiornarci sulla tua esperienza. :)
RispondiEliminaOm shanti.
Ciao io penso che sia ottimo alternare le due pratiche. la guidata è ottima per i tempi e per ricordare i tempi della respirazione. Io personalmente preferisco la mysor la trovo più intima e mi da modo di ascoltare meglio il mio corpo e di godermi di più le posizioni.
RispondiEliminaCiao
Enrico