domenica 5 dicembre 2021

Parole che amo: improvvisare.

Possibilmente in musica, meglio ancora, nel canto, ma molto più spesso nelle piccole grandi cose di ogni giorno.
Quanto amore c’è nel dolore? Forse per questo è così difficile immergervisi?

No, non sto parlando di sofferenza, a quella ci abituiamo facilmente, non a caso fa rima anche con dipendenza. La sofferenza diventa facilmente una fetida poltrona, puzzolente ma in fondo confortevole, dove è facile adagiarsi e dalla quale può essere difficile rialzarsi, e comunque ti lascia sempre un gran mal di schiena. Non ti blocca, ma ti rallenta, ti rattrappisce, ti spegne lentamente.

Ma il dolore, il dolore puro, è diverso. Ti entra all’improvviso in ogni cellula, ti paralizza e ti trasforma, ti mette a contatto con l’inevitabile vulnerabilità, e al tempo stesso con un’inedita potenza. Cazzo, è così atroce, eppure gli sopravvivi. Non puoi fare altro, che sopravvivergli: vivergli sopra, appellandoti alla forza della vita che pure in questi momenti ti attraversa, non puoi fare altro che lasciarti sconvolgere da tutto l’amore che esplode dentro di te. È così il dolore: una bomba che ti scoppia dentro al cuore, lasciando cocci, detriti, a volte scorie tossiche, e cenere, sempre tanta cenere.

E in quella cenere, che ti racconta della perdita e della distruzione ma timidamente promette una rinascita, piano piano, inizi a confidare
Antiche Madri, sto tornando a casa

Nell’ombra della luna posso vedere i vostri visi
Nel tocco della terra posso sentire la vostra forza
Nel profondo del mio cuore posso sentire le vostre parole
In questa strada infinita sto seguendo il mio percorso

Antiche madri, sto tornando a casa

Dalla saggezza nascosta che ci portiamo dentro
Dagli esseri viventi che ci insegnano la vostra guida
Dalla forza dell’amore che ci mantiene vivi
Riconnessi a questo potere dobbiamo guarire dalla falsità

Antiche madri, sto tornando a casa

Vi sto chiamando madri mie, venite a riempire questo spazio
Nella fonte della verità, aiutateci ad attraversare le onde
Siamo qui per lavorare, siamo qui per pregare
Per i tempi dell’unità, che torneranno ancora

Antiche madri, sto tornando a casa

Speziata di gambe