Sutra tratti dall'Appendice a Gli aforismi sullo yoga di Patanjali di Swami Vivekananda, traduzione e note di Dario Chioli, Libreria Editrice Psiche
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9. L'uomo dagli sforzi ben regolati controlla il prana; quando è divenuto quieto, espira dalle narici. Il saggio perseverante trattiene la sua mente come un cocchiere trattiene gli indocili cavalli.
10. In posti solitari come grotte di montagne, il cui suolo sia piano, libero da ciottoli, fuoco o sabbia, dove non disturbino rumori di uomini o di cascate, in posti di buon auspicio che siano di aiuto alla mente e piacevoli agli occhi, lì lo Yoga dev'essere praticato (la mente dev'essere resa unita).
13. I primi segni di avanzamento nello Yoga sono leggerezza, salute, mancanza di cupidigia, chiarezza di carnagione, una bella voce, un odore gradevole nel corpo, e scarsezza di escrezioni.
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Con il pranayama vengono esplulse le impurità del corpo; con il dharana le impurità della mente; con il pratyara le impurità dell'attaccamento; e col samadhi è eliminata ogni cosa che nasconda la signoria dell'Anima.
(Commento di Sri Shankaracharya alla Svesvatara Upanishad)
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III, 33. Il dominio del prana si effettua per mezzo dell'esplusione e della ritenzione.
III, 34. La corretta postura è quella che è stabile e comoda.
III, 36. Anche con il non attaccamento e la pratica, la meditazione è resa perfetta.
III, 76. Con la riflessione sui princìpi della natura, e con l'abbandonarli considerando "non sono Quello, non sono Quello", la discriminazione è resa perfetta.
IV, 19. Con la continenza, la riverenza e la devozione al Guru, il successo dopo lungo tempo arriva (come nel caso di Indra).
VI, 24. Ogni postura che sia comoda e stabile è un asana; non c'è altra regola.
(Samkhya Sutra di Kapila)
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IV, 9. La persona che medita è paragonata alla immobile terra.
IV, 11 Non c'è alcuna legge quanto al posto; ovunque la mente sia concentrata, là deve essere condotta l'adorazione.
(Vyasa sutra)
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