"Da notare l'ordine con cui sono state esposte da Patanjali le varie fasi della respirazione, dove al primo posto troviamo l'espirazione, descritta come l'esteriorizzazione del respiro. Essa va considerata come momento di eliminazione delle tensioni, di rilassamento e purificazione interna e va eseguita come primo atto di un qualsiasi esercizio yogico, così come costituisce il primo atto respiratorio della nostra vita, il primo vagito, ma anche l'ultimo, il rantolo finale. [...] All'espirazione segue l'inspirazione descritta come l'interiorizzazione del respiro, alla quale Patanjali accorda la fase di ritenzione, descritta come la stabilizzazione del respiro. Fase respiratoria, quest'ultima, che è anche detta kumbhaka, perché trattiene il respiro come l'acqua è ferma in una brocca. Questa ritenzione, se la si vuole eseguire a piacere e in qualunque frangente, è detta di subitanea stabilizzazione.
La respirazione guidata, facendo parte delle tecniche di pranayama, si costituisce con l'iniziale espiro, seguito dall'inspiro e dalla ritenzione, molto diversamente dalla respirazione spontanea, che, essendo simile a quella del sonno, consta di inspiro, espiro ed eventuale sospensione del respiro e che la stabilizza. [...] Con la pratica, poi, vedremo che il respiro diviene lungo e sottile."
(Commento al sutra II, 50 degli Yogasutra di Patanjali)
Giuseppe Tamanti ~ Lo yoga e il samkhya
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