“In generale, io dico che non bisogna imparare a muoversi,
ma disimparare quello che abbiamo
accumulato negli anni e che ora non serve più. Ti muovi in un certo modo
perché l’esperienza o la paura ha instillato e installato nel tuo corpo dei
meccanismi che il tuo sistema nervoso ritiene siano di sopravvivenza. Per
esempio: spesso esamino l’andatura di
una persona, la faccio camminare a occhi chiusi fino a raggiungere il punto in
cui io sto in piedi. Una volta, una studentessa si ferma molto prima e procede
con esitazione. Viene fuori che i suoi fratelli le facevano degli scherzi per
farla inciampare. In classe non c’è pericolo che io la faccia cadere apposta,
ma il suo corpo è “programmato” così. Sta a noi dimostrare che queste tecniche
di sopravvivenza sono oramai obsolete, legate ad un altro tempo. Io dico sempre che siamo tutti dei sopravvissuti:
se in questo preciso istante non sei nella fossa, o in galera o dentro una
qualche altra istituzione, sei un sopravvissuto ed è il tuo corpo che ti ha
portato qui. Io cerco di far abbandonare
quei riflessi involontari che si attivano quando c’è percezione di pericolo
ma il pericolo non c’è più! Sono quei movimenti che portano stress alle
giunture e ai muscoli e disturbi della postura”.
Leslie Kaminoff, in un’intervista per Yoga Journal– nr. 97 anno X ottobre 2015
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