mercoledì 17 febbraio 2016

Le infradito di Buddha

Le infradito di Buddha di Zap Mangusta, Ponte alle Grazie Saggi e Manuali


(Una lettura scorrevole e leggera per introdursi al pensiero orientale e ad alcuni dei suoi maestri più famosi, tipo Aurobindo, Osho, Buddha e altri).

Citazioni dal libro:

Le cose vanno così in India. Ci sono migliaia di modi di darti il benvenuto: alcuni dei quali possono ucciderti.

«Niente come il cibo rappresenta l'Assoluto, ma anche la provvisorietà delle cose del mondo. [...] Per cibarsi bisogna distruggere qualcosa, per poi assimilare quegli elementi che sono stati dissolti e che quindi ritornano a vivere in noi. Trasformandosi. L'uomo è ciò che mangia».

Un discepolo si era macchiato di un furto. I suoi compagni reagirono duramente, condannandolo. Il maestro però non disse nulla e nemmeno lo punì.
Uno dei discepoli allora non seppe trattenersi e sbottò: «Maestro, ma come puoi ignorare ciò che è accaduto? Dopotutto, Dio ci ha dato gli occhi!». «È vero», replicò il maestro, «ma anche le palprebe».

«Io non sopporto la logica. [...] È l'inutile strumento delle persone senza fantasia... Viva l'intuizione, invece. Che è quello della genialità!»

L'allievo chiese: « ...ma insomma, dove risiede l'essenza del Buddha?». «Nello scopino del water, probabilmente», rispose il maestro.

La risposta di ogni cosa non la si ottiene cercandola. Tuttavia, è abbastanza chiaro che solo chi la cerca la trova.

Per osservare più chiaramente il cielo, non c'è niente di meglio che cadere con la schiena per terra.

Ricordatevi che ci sono equazioni di cui non si dà alcuna soluzione.

Noi siamo davvero degli individui? Il termine individuo, infatti, vuol dire entità indivisibile senza contraddizioni. Noi invece, a seconda delle circostanze, possiamo essere egoisti o generosi, appassionati o menefreghisti, nobili o meschini. Dunque, non siamo individui, ma siamo composti da tanti piccoli frammenti, il che spiega perché a volte ci sentiamo «a pezzi».
Ognuno di questi frammenti è spesso in contraddizione con gli altri. Perché, per quanto evoluti, siamo pur sempre animali, mossi da istinti e pulsioni, con differenti necessità, stimoli e abitudini. Possiamo essere aggressivi o teneri, tolleranti o intransigenti, a seconda delle circostanze. Ci siamo sviluppati, certo, ma dobbiamo evolverci ancora, proprio come pensava Aurobindo.

Noi siamo la violenza che vediamo: questa è la Verità. E dobbiamo comprendere questo basilare concetto con testa, cuore ed essere, se vogliamo che un domani la violenza cessi di esistere.

Non è facile ma è senz'altro entusiasmante.

La mente può essere libera?

Dai il benvenuto alla tristezza, e lascia che sia tua ospite ben accetta. Sii il suo padrone di casa e osservala attentamente. Rimarrai sorpreso, perché possiede alcune bellezze che la felicità non potrà mai avere. Non si tratta di scegliere la tristezza, questo no, ma di godere anche di lei, quando bussa alla tua porta.

In tempi di mediocrità emozionale, la mediocrità viene scambiata per saggezza e l'apatia per riservatezza.





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