sabato 30 aprile 2016

Parole che amo: (essere) pronta.

Sono pronta.
Pronta a seguire la via Maestra.
Pronta ad un profondo viaggio dentro me stessa.
Pronta a guardare in faccia i miei mostri, che poi non sono altro che la forma delle mie emozioni.
Pronta a sperimentare ancora che i limiti sono dei grandi insegnati e che i punti di forza possono essere amici ingannevoli.
Sono pronta a dare e a ricevere.
Sono pronta per un'esplosione di energia.
BOOOOOOOOOOOOM

E voi siete pronti?

mercoledì 27 aprile 2016

martedì 26 aprile 2016

"La disponibilità all'amore è proporzionale alla disponibilità ad essere feriti".

"Siamo nella stazione di partenza e il nostro corpo ha assunto una posizione ferma ed eretta, dove saranno rispettate le due propensioni fondamentali dell'essere umano: il desiderio di procedere in avanti - che discende dall'universale desiderio di miglioramento - e quello di innalzarsi, che deriva dall'aspirazione alla conoscenza."

Giuseppe Tamanti ~ Lo yoga e il samkhya

lunedì 25 aprile 2016

Pia_c'eri

"La pratica fisica dello yoga non deve centrarsi sull'ottenere, ma sul darsi. Non su delle logiche di convenienza, muscolari o di attesa di ascesi. Ma di concedersi, aprirsi. Solo così possono poi nascere degli spazi per ricevere l'inaspettato. Rimaniamo disponibili verso l'infinito, solo allora il corpo diventa una porta, non un limite".

Daniel Lumera

(Da Yoga Journal aprile 2016)

sabato 16 aprile 2016

Parole che amo: arrivare

Parole che amo: arrivare, dal latino ad-ripare, parola del gergo nautico che significava "accostarsi alla riva".
Arrivare a qualcosa o a qualcuno è un po' come trovare la stabilità della terraferma mentre si naviga a vista.

venerdì 15 aprile 2016

mercoledì 13 aprile 2016

Sardi, non sardi, mezzi sardi.

Flavio Soriga in un suo vecchio monologo divideva le persone in tre categorie: i sardi, i non sardi, gli ex sardi.
Nel cercare di inserirmi in una di esse mi sono subito accorta che ne mancava una: i mezzi sardi.

I sardi li riconosci subito, sia in Sardegna che ovunque nel mondo. I sardi sono quelli che hanno imparato a parlare il sardo prima dell'italiano, hanno un amore viscerale per la loro terra e le sue tradizioni, amano viaggiare, ma il bagno a mare se lo fanno solo in Sardegna, spiccano prepotentemente in almeno in una caratteristica tipica dello stereotipo sardo, tipo testardaggine, generosità, ospitalità. I sardi li riconosci immediatamente soprattutto fuori dalla Sardegna: hanno l'adesivo e la bandiera dei quattro mori, chiedono ovunque birra Ichnusa, in casa hanno sicuramente una cesta di pane carasau, una fetta di pecorino e una bottiglia di filu 'e ferru. Sentono fortemente la mancanza della Sardegna, ci tornano tutte le volte che possono, e prima o poi lo faranno in modo definitivo. Sono sicura ne avete incontrato tutti almeno uno.

I non sardi a loro volta si dividono in due categorie. Ci sono quelli che con la Sardegna non hanno niente a che fare, ne ignorano l'esistenza, anche se la visitano e finisce là. E poi ci sono i non sardi che della Sardegna si innamorano perdutamente, dopo esserci stati continuano a portarla nel cuore, se possono ci tornano ancora, se ci si trasferiscono ci si trovano benissimo (a volte meglio dei sardi stessi, praticamente quello che a me è successo con la Puglia). Della Sardegna diventano praticamente amatissimi figli adottivi. Uno degli esempi  più calzanti è Fabrizio De Andrè, ma ce  ne sono altri mille.

Gli ex sardi dovrebbero essere quelli che nascono sardi, ma poi ad un certo punto rinnegano la loro terra e le loro origini. A dire la verità non ne ho mai conosciuto nemmeno uno, secondo me Flavio Soriga ha confuso questa categoria con quella dei mezzi sardi.

I mezzi sardi sono la categoria a cui appartengo io. Noi mezzi sardi siamo quelli che hanno solo un genitore sardo, quasi sempre non siamo nati in Sardegna, ma ci siamo ritrovati catapultati nel bel mezzo dell'infanzia, o peggio ancora dell'adolescenza in questo mondo tutto particolare che ci scorre nelle vene ma che ci è del tutto sconosciuto. Lo shock è assicurato. E la Sardegna da Madre Terra diventa suo malgrado matrigna. Praticamente siamo dei bastardi, o come mi dice sempre un amico, dei "bassardi". Noi mezzi sardi abbiamo sempre un rapporto complicato con la Sardegna: la amiamo e la odiamo, ne siamo affascinati, ma non ci sentiamo mai completamente integrati, sentiamo di farne parte, ma non sentiamo il richiamo viscerale del sardo puro, o del non sardo.  Appena possiamo dalla Sardegna scappiamo, e continueremo ad amarla di amore tormentato: i suoi difetti ci sembreranno insopportabili, anche a distanza, ma non smetteremo di riferirci  in qualche modo ad essa. 


sabato 9 aprile 2016

Parole che amo: cura

Parole che amo: cura. Forse deriva da cuore, forse da martellare, forse da guardare, forse da saggio. Una parola molto preziosa, ma complessa già a partire dal suo etimo, oltre che nella sua effettiva pratica.



venerdì 8 aprile 2016

Parole che amo: responsabilità e co.

Compiti di linguistica spirituale: sostituire ogni volta che compare nella bocca, nella mente, nel cuore e nello spirito la parola "colpa" con la parola "responsabilità".

Occhio che c'è la verifica a sorpresa.

Altrimenti lo potrei dire anche così.
Parole che amo: responsabilità (rispondere di). Parole che NON amo: colpa (colpire per fare del male).


MissTica(zzi)

giovedì 7 aprile 2016

mercoledì 6 aprile 2016

Parole che amo: consapevolezza

Consapevolezza: con + sapere.

Ho capito che la consapevolezza è il discrimine tra amare e ferire. 
Si ferisce e si viene feriti sopratutto per eccesso di inconsapevolezza. Si ama e si è amati solo in presenza di profonda consapevolezza.


venerdì 1 aprile 2016


La Sardegna è un'isola, ma il suo elemento non è l'acqua.
La Sardegna ha un cielo bellissimo, anche più del mare, ma il suo elemento non è l'aria.
La Sardegna ogni estate brucia sotto fiamme di incendi dolosi, ma i suoi vulcani sono tutti spenti, e il suo elemento no, non è assolutamente il fuoco.
La Sardegna è principalmente Terra, è Madre Terra., che tutti gli altri elementi nutre e sostiene. Talmente Madre Terra, che il suo inno regionale (qualcuno direbbe nazionale) è una dolcissima ninna nanna.