“Il latino [dignus] è un ricalco del greco [axios] che vuol dire a un tempo degno e assioma. Questo è un punto fondamentale.
Da quel che forse sapremo di matematica o di filosofia, l'assioma è un'asserzione, una verità evidente ed implicita, che prescinde da dimostrazioni: tale è la dignità.
Un valore intrinseco ed umile che scaturisce dall'essere umani, uno status ontologico che non dipende da alcuna scelta, azione, da nessun'altra qualità. La dignità è l'intima, indimostrabile nobiltà dell'uomo, l'intima, indimostrabile nobiltà di ogni essere (animale, pianta, roccia), pilastro postulato su cui si fonda l'intera costruzione del formidabile castello dei diritti civili, della vita civile, della cultura civile - della civiltà.
[...]
In effetti, quando si parla di dignità si tratta di una guglia di valore più che di un pilastro fondativo, da asserire con fermezza, forse, non perché esiste, ma perché esista.
E questa parola, nei suoi altri significati di decoro e di istituzione, ammantata di severità e onore, mantiene sì un certo peso, ma però perde questo suo vertiginoso significato”.
Nessun commento:
Posta un commento