domenica 2 settembre 2018

Parole che amo: celebrare.

L’etimologia di questa parola suggerisce che voglia dire “frequentare” prima ancora che “lodare, esaltare, festeggiare”. In altre parole, per onorare solennemente qualcuno/qualcosa la cosa fondamentale è esserci.

Il mio buon proposito per il nuovo anno è questo: celebrare e lasciare andare (che mi sembra un po’ il suo contrario).

Celebrare la vita, la gioia, la bellezza, che il mondo, se lo guardi bene, ne è pieno, anche (soprattutto) dove meno te lo aspetti. Celebrare anche il dolore, quello puro, e le ferite, parti imprescindibili di noi stessi e portatrici di una storia antica che chiede di essere ascoltata e trasformata. 

E (sospirone) lasciare andare le lamentele autoreferenziali, le sofferenze fini a se stesse, l’imbruttimento del rancore. Non servono più. Non servono più. Non servono più.

NON 
SERVONO 
PIÙ

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