lunedì 11 novembre 2019

Ti libero dal ruolo che ho scelto per te,
scusandomi se ti ho messo questo vestito addosso,
senza chiederti il permesso.
Se ho agito in funzione
di ciò che sceglievo di vedere.
Di ciò che mi serviva guarire.
Guarire attraverso te,
e attraverso chi ho scelto dovessi rappresentare.
Ti ringrazio per essere stato questo canale.
Mi accorgo adesso di una cosa.
Mi sono scusata con te
mentre tutto accadeva in me,
Guerre, conflitti, liberazioni, perdoni.
Tutto nel palcoscenico immaginario della mente,
nell'incosistenza dei pensieri.
Mi scuso quindi con me stessa,
perché ho privato me
di un dono inestimabile:
la possibilità
di incontrarti davvero.


così come sei.
così come sono.

(Stella Leone)

lunedì 4 novembre 2019

Parole che amo: riparare.

Nel senso di aggiustare e nel senso di proteggere.

Parole sarde che amo: Su pedicoccone (la richiesta di pane).

Tanti (ma nemmeno troppi) anni fa non esisteva internet, e in Sardegna vivevamo anche piuttosto isolati, quindi ignoravano bellamente l’esistenza di Halloween.

Nel nostro piccolo però, avevamo Su Pedicoccone, ovvero l’usanza per cui, nel giorno dei morti, frotte di bambini tra i sei e i dieci anni giravano per il paese di casa in casa e di negozio in negozio a chiedere dolcetti e piccoli regali (e più anticamente forse pane e frutta).

L’usanza persiste ancora, anche se credo che si sia irrimediabilmente fusa e confusa con Halloween, che nel frattempo ha preso piede in tutta Italia.
Non so se questo sia un bene o un male, di sicuro Halloween ha avuto il pregio di farci ricordare che un tempo questo tipi di rituali pagani erano diffusi anche in tutta Italia.

Ma di tutti questi significati reconditi noi bimbi allora ce ne fregavano, e ci gustavamo semplicemente la bellezza della festa e di un giorno speciale in cui si poteva addirittura saltare la scuola. I più organizzati uscivano alle prime luci del mattino.

Di sicuro era la mia festa preferita, più di Natale o Carnevale. Giravo il paese e lo conoscevo, oggi lo considero un paesino, ma allora mi sembrava immenso, raggiungevo zone sconosciute, bussando nelle case ne sentivo l’essenza, e scoprivo come ogni adulto reagiva diversamente: chi era felice di ricevere la visita dei bambini e donare loro due chiacchiere, un cioccolatino, un sorriso, magari anche una noiosa raccomandazione e chi si infastidiva tanto da mandarci via a urla e parolacce o da non rispondere proprio.

Allora non lo sapevamo, ma stavamo imparando come funziona il mondo!

La legge di Murphy applicata allo yoga #50

Terza legge del “naturale” processo di industrializzazione:
Credevo fosse yoga e invece era una catena di montaggio.

La legge di Murphy applicata allo yoga #49

Quinto assioma della reincarnazione.

Ogni volta che scrivete “ginnastica yoga” Ganesha muore.

Solitudini: sofferenze che non comunicano tra loro.