Ho dei conti in sospeso con la Sardegna.
Io con la Sardegna ci parlo*. Ci discuto, ci litigo, mi incazzo, lei se ne frega, poi mi passa, e lei sempre se ne frega, ma comunque in qualche modo poi facciamo pace. Ci vogliamo bene, ma non ci capiamo. O meglio, io non capisco lei, lei invece come al solito di me - e di tutti - se ne frega. Dispensa bellezza straziante e se ne frega.
Terra apparentemente immobile, di silenziose urla, di misteriosa magia, scomoda e affascinante, carezza per gli occhi, ispida per il cuore. Spine a protezione di una potente vulnerabilità di una Madre abusata che resiste e non perde la sua selvatichezza.
Crescere in questo posto è stata una benedizione infernale, andarmene è stato creare un debito karmico che sembra non riuscire ad estinguersi mai.
E quando mi sembra di aver quasi trovato la quadra… Sardegna e karma si fanno beffe di me, e l’uomo che amo si trasferisce al di qua del continente.
I miei conti in sospeso con questa terra Madre continuano imperterriti a non tornare. Io continuo a metterla sul personale, e lei naturalmente se ne frega.
Poi ogni tanto mi parla anche lei, tramite le sue pietre umili e mastodontiche. Frasi secche, criptiche, poche parole che arrivano come schiaffi in faccia. Come quella volta qualche anno fa in cui mi disse: “Io sono te”.
Come questa volta che mi ha detto: “Io non sono il tuo karma, sono il tuo dharma”.
E lentamente ma inesorabilmente (con tempi sardi, insomma…) sempre di più imparo semplicemente che non ci può essere altra via che quella di arrendermi all’infinito amore che nonostante tutto provo verso questa terra severa e generosa, alla sua bellezza, i suoi profumi, i suoi colori, i suoi suoni, che appartengono alla mia anima e alle mie cellule. Paesaggi che conosco a memoria, anche nei luoghi che vedo per la prima volta, ma che non smettono mai di affascinarmi, stordirmi, insegnarmi.
Solo oggi comprendo che quei conti che non tornano sono i sensi di colpa per essermene andata e per non essere voluta tornare a lungo, rinnegando parti di me che avevano solo bisogno di amore.
È tempo di lasciare andare questi sensi di colpa e arrendermi all’infinito amore con cui questa terra mi inonda, da sempre e ovunque io sia, qualsiasi cosa faccia.
Grazie Ichnusa, ci vediamo alla prossima ♥️
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