domenica 2 febbraio 2025

Chiamami con i miei veri nomi

Non dire che domani me ne andrò,

perché io arrivo sempre.

Guarda in profondità: io arrivo ogni secondo,

per esser un germoglio sul ramo a primavera;

per essere un minuscolo uccellino con le ali ancora fragili

che impara a cantare nel suo nido;

per essere un bruco nel cuore di un fiore;

per essere un gioiello che si nasconde in una pietra.

Io arrivo sempre, per ridere e per piangere,

per temere e per sperare.

Il ritmo del mio cuore è la nascita

e la morte di tutto ciò che è vivo.

Io sono un insetto che muta la sua forma sulla superficie di un fiume.

E io sono l’uccello che, a primavera, arriva a mangiare l’insetto.

Io sono una rana che nuota felice nell’acqua chiara di uno stagno.

E io sono il serpente che, avvicinandosi in silenzio, divora la rana.

Sono un bambino in Uganda, tutto pelle e ossa,

le mie gambe esili come canne di bambù,

e io sono il mercante che vende armi mortali all’Uganda.

Io sono la bambina dodicenne profuga su una barca,

che si getta in mare dopo essere stata violentata da un pirata.

E io sono il pirata, il mio cuore ancora incapace di vedere e di amare.

Io sono un membro del Politburo, con tanto potere a disposizione.

E io sono l’uomo che deve pagare il “debito di sangue” alla mia gente,

morendo lentamente in un campo di lavori forzati.

La mia gioia è come la primavera, così splendente che fa sbocciare i fiori su tutti i sentieri della vita.

Il mio dolore è come un fiume di lacrime, così gonfio che riempie tutti i quattro oceani.

Per favore chiamatemi con i miei veri nomi,

cosicché io possa udire tutti i miei pianti e tutte le mie risa insieme,

cosicché io possa vedere che la mia gioia e il mio dolore sono una cosa sola.

Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi,

cosicché io mi possa svegliare

E cosicché la porta del mio cuore sia lasciata aperta,

la porta della compassione.


Da: Thich Nhat Hanh, “Essere pace”, Astrolabio Ubaldini, 1989


Questa poesia è stata scritta da Thich Nhat Hanh – maestro vietnamita di buddhismo zen e pacifista impegnato – al termine di una lunga meditazione fatta dopo avere appreso che una bambina di 12 anni, fuggita su una barca di fortuna dal Vietnam, era stata violentata da un pirata tailandese e si era annegata gettandosi in mare.

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