Vieni vicino al mio petto,
più stretto:
nascere, piccolo, é cadere nel tempo.
Dal non-dove, non-terra,
così rovinosa
discesa!
Da spirito in – polvere!
Piangi, bambino, per te, per tutti:
nascere – é cadere nel corpo!
Piangi, piccolo, per il futuro, e ancora:
nascere – é cadere nel giorno!
Nel tempo
sepolcro…
Dov’é l’incendio dei suoi prodigi?
Piangi, bambino, venuto – al mondo!
Dov’é la pena dei suoi tesori?
Piangi, bambino, venuto – al sangue!
– al quando
– al conto…
Ma ti alzerai! Ciò che chiamiamo morte
é cadere – nell’alto.
Ma tu – vedrai! Le palpebre chiuse
sono: venire alla luce.
Dall’oggi –
nel sempre.
La morte, bambino, é ritorno.
La morte é andare a ritroso!
Per – l’aria! a – nuoto! a –
scesa: indietro: in dentro – in e-
terno.
(Marina Cvetaeva, 17 maggio 1923)
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