martedì 30 luglio 2013

Hope. Le nuove migrazioni. Sardi a New York.


Valentina, ricercatrice sulle cellule staminali embrionali che si commuove per aver toccato con mano la meraviglia della scienza (aver visto con i suoi occhi le cellule staminali trasformarsi in cellule cardiache)

Nicola, eclettico importatore di vini.

Irene, affascinante musicista jazz.

Luca e Giorgia, lui economista, filosofo, musicista jazz; lei mancato avvocato; insieme coppia, genitori, imprenditori, fondatori e gestori del locale Epistophy Cafè 

Alessandro, dirigente ospedaliero.

Giorgio, pittore tenebroso.

Giovanni, Professore Universitario e Cardiochirurgo.

Che cos'hanno in comune?
Vivono a New York, sono sardi e si raccontano nel docu-film Hope. Le nuove migrazioni. Sardi a New York.
Ci raccontano l'isolanità, il senso di appartenenza, e poi come matura la scelta di andar via. 
Quasi sempre si sceglie di partire per l'impossibilità di realizzare le proprie ambizioni in Sardegna "terra bellissima, ma limitata", ma anche per la necessità di aprirsi al mondo e di conoscere tutto ciò che c'è oltre ai confini isolani di "un oceano di stelle sempre a portata di mano."
E un giovane talento, con fame di arte, di scienza, di mondo, dove può andare, se non a New York?
Le loro storie sono tutte diverse ed affascinanti, il filo conduttore è sempre simile. New York, che fa sentire così piccoli, ma pur sempre parte di un tutto, mentre in Italia ti puoi anche sentire qualcuno, ma non ti senti mai parte di un unico progetto più grande; la sospensione tra realtà e finzione; la meritocrazia; il bagaglio delle proprie origini, solida base per mezzo della quale integrarsi con le altre culture ed etnie del mondo (tutte rappresentate a NY), in un continuo e proficuo rapporto di scambio; la voglia, ma forse nemmeno troppo convinta, di tornare in Italia.


Il docu-film è scritto e diretto da Alex Kroke e Gianluca Vassallo, è stato finanziato con la tecnica tutta americana del crow-funding, ed è stato girato sotto forma di interviste montate tenendo le storie parallele per tematiche discusse, con qualche intramezzo
di ritratti di varia umanità newyorkese.


Le interviste in realtà sono state molte di più, ma per motivi tecnici, di tempo e di spazio sono state selezionate. Prossimamente però saranno disponibili on-line tutte quante, e forse con la stessa tecnica saranno raccontate nuove storie. Non ci resta che aspettare.














Ormai non mi stupisco più di nessuno, nemmeno di me stessa

Caro, benzina

Lei: "Se vai a 100 all'ora consumi meno benzina."
Lui: "Se vado a 100 all'ora non consumo benzina, ma mi consumo i coglioni."
(tratto da una storia vera)



Chiedo venia trovo un po' esagerato 
pagare tre volte un litro di benzina 
Sentirsi ridire con sorrisi di rame 
che sono costretti dal mercato dei cambi 
ma andate a cagare voi e le vostre bugie.


sabato 27 luglio 2013

Farmacia senza tetto

"Nel mondo c'è un ordine naturale di farmacie, poiché tutti i prati e i pascoli, tutte le montagne e colline sono farmacie [...] nella natura tutto il mondo è una farmacia che non possiede neppure un tetto!"
Paracelso



(Foto Mario Pischedda)

vip_era

 
Baldi Angeli Abbatii medici physici Eugubini De admirabili viperae natura, et de mirificis eiusdem facultatibus liber. - Vrbini: apud Bartholomaeum Ragusium, 1589

Fonte: Daimonphania

giovedì 25 luglio 2013

Vele_no

Il cielo è il mio tempio

Nel suo primo significato della parola tempio indicava una porzione di cielo sezionata con linee astratte tracciate con una bacchetta, entro le quali gli augure leggevano gli auspicii interpretando il volo e il canto degli uccelli. 


In terris dictum templum locus augurii aut auspicii causa quibusdam conceptis verbis finitus.
(Varrone, De lingua latina, VII, 8)

Evoluzioni linguistiche: testuggini, teste, testimoni, testicoli.

La parola testicolo deriva dal latino ed esprime un diminutivo. Secondo alcuni i testicoli sarebbero dei piccoli testimoni, secondo altri delle piccole teste

A sua volta la parola testa si rifà ad una parola latina che in origine indicava i gusci delle tartarughe (testuggini, appunto), per poi designare in modo estensivo i vasi di terracotta, soprattutto intesi come contenitori, talvolta per il vino, talvolta del cervello (come anche teschio) talaltra volta della virilità!


venerdì 19 luglio 2013

Parole che amo: scuola ed educazione, alunni e maestri.

Mi piace tantissimo l'etimologia di molte delle parole che ruotano intorno all'apprendimento.
In particolare:

Scuola deriva dal latino schola e dal greco scholḗ. Inizialmente voleva dire ozio, tempo libero dalle fatiche fisiche e dedicato ad allietare la mente con lo studio.

Alunno è colui che riceve "nutrimento" per crescere (hanno la stessa derivazione anche alimento, adulto, adolescente, alto, alacre, ecc.)

Educare viene dal latino e-ducere che significa letteralmente “condurre fuori”.

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E un maestro disse: Parlaci dell’Insegnamento.
E lui disse: Nessuno può insegnarvi nulla se non ciò che già sonnecchia nell’albeggiare della vostra conoscenza.
Il maestro che cammina all’ombra del tempio tra i discepoli non elargisce la sua sapienza, ma piuttosto la sua fede e il suo amore.
E se davvero è saggio, non vi invita ad entrare nella dimora del suo sapere, ma vi guida alla soglia della vostra mente.
L’astronomo può dirvi ciò che sa degli spazi, ma non può darvi la sua conoscenza.
Il musico può cantarvi la melodia che è nell’aria, ma non può darvi l’orecchio che fissa il ritmo, né l’eco che rimanda il suono.
E colui che è esperto nella scienza dei numeri può descrivervi il mondo del peso e della misura, ma oltre non può condurvi.
Poiché la visione di un uomo non presta le proprie ali a un altro uomo.
E così come ognuno è solo nella conoscenza di Dio, ugualmente deve in solitudine conoscere Dio e comprendere la terra.
(Kahlil Gibran)
Sbagliare il congiuntivo talvolta è imperativo, ma quasi sempre è conditio(nale) sine qua non.

Non dite a mia moglie che rateizzo da Equitalia... Lei mi crede pianista in un bordello

Che Jacques Séguéla mi perdoni se parafraso il titolo del suo libro per sintetizzare questo episodio che mi è accaduto oggi.

Vado da Equitalia e ho subito un assaggio di quanto stia diventando pesante la crisi economica: non trovo neanche una persona in fila agli sportelli per i pagamenti (ma quando mai!?!) e giusto un paio di "eroi" all'ufficio rateazioni. 

Tra gli eroi becco un vecchio compagno di scuola che mi saluta affettuoso ma preoccupato. Alla fine vincendo l'imbarazzo mi chiede discrezione sul nostro incontro (sic! manco lo avessi incontrato in un club privé per scambi di coppia), spiegandomi: "Mia moglie non deve sapere che oggi sono stato qua, lei è contraria a queste cose."

E_vento

martedì 2 luglio 2013

in_castrare

Yoga in rap

Mc Yogi, al secolo Nicholas Giacomini, è un rapper americano che si divide tra la musica e lo yoga. Il suo rap, in particolare parla della filosofia e delle divinità Hindu e riporta alla musicalità dei canti devozionali indiani.
E in effetti le storie di Shiva, Ganesha & C. si prestano proprio bene al rap con richiami bolliwoodiani!

Dal suo ultimo album questo pezzo dedicato al pranayama

Breath control
steady breath control
take a deep breath now let it all go
Breathe in
Breathe out
Release the stress
Just let it all out

Receiving inspiration with every inhalation




Tra le altre cose, Mc Yogi nel 2008 ha prodotto un video-endorsement a favore di Obama Obama '08 - Vote for Hope

Nel 2012 invece, in occasione del Gandhi Jayanti (02 ottobre, ricorrenza della nascita di Mahatma Gandhi, festa nazionale in India) ha prodotto un video che ripercorre la storia di Grande Anima Be the Change (The Story of Mahatma Gandhi).



Sono una tonna non sono una sarda