martedì 11 marzo 2014

Lacrime di yoga

Può capitare durante una lezione di yoga (solitamente durante la fase finale in cui si pone molta attenzione al respiro o durante il rilassamento profondo in savasana) di essere presi da un'improvvisa e irrefrenabile voglia di piangere o di ridere.

In particolare il desiderio di pianto spesso crea un forte imbarazzo in chi lo prova, soprattutto se si tratta di un principiante, perché non sa come gestirlo e perché si sente colto di sorpresa e messo a nudo nelle sue emozioni che sicuramente preferiva non palesare, mente loro - le stronze - spingono al massimo per uscire fuori.

La prima cosa da sapere è che si tratta di un fenomeno assolutamente naturale e che capita molto spesso (ve lo dice una che lo ha sperimentato tantissimo!). Di solito colpisce più facilmente gli allievi principianti e le persone molto sensibili, ma può capitare a chiunque, anche a insegnanti e ad allievi esperti, magari in seguito ad una sessione molto intensa o sentita.

Quando con l'esperienza si impara a riconoscere e a gestire questa sensazione la si saluta come una benefica liberazione.

Non c'è da vergognarsene, da imbarazzarsi, da colpevolizzarsi. La cosa migliore da fare è assecondare l'impulso, far scorrere le lacrime (o le risate) e liberare quelle emozioni rimaste intrappolate che finalmente, grazie allo yoga, hanno trovato la loro strada per fluire. Un espediente può essere quello di "approfittare" di savasana e di coprirsi gli occhi con un asciugamano.

A questo proposito riporto un interessante post di Facebook di Luca Renzini http://www.ilrespirodanzante.com/
"Domanda: Chi sono gli allievi che possono piangere in una delle tue lezioni?
Risposta: Per me quelli più belli...
Domanda: In che senso?
Risposta: Se parliamo di vasi si rompe più facilmente il ming o la gomma? E bada bene per pianto o sorriso che sia intendo emozioni che emergono, intelliggibili anche se non palesemente espresse
."

2 commenti:

  1. Giustissimo ciò che scrivi. Il pianto, in questo caso, è un espressione neurovegetativa di uno stato pregresso, che attraverso la giusta pratica yoga può emergere. Così come, per altre vie, possono emergere tanti altri segnali che solo con lo yoga possiamo percepire, importante è non prendere paura ma dar modo a loro di potersi esperimere liberamente.

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  2. Mi ritrovo in tutto ciò che hai detto. Sono 6 anni che pratico yoga e due che insegno. All'inizio era tutto un "ohhhh, che bello, come riesco a rilassarmi!", adesso spesso è un "perchè mi sento così triste o arrabbiata?". All'inizio, quando ho cominciato a provare queste emozioni, avevo quasi "timore" che facessi qualcosa di sbagliato. Poi qualcuno mi ha detto "se lo yoga ti fa stare da schifo, allora vuol dire che funziona e stai lavorando ad un livello molto più profondo rispetto a prima". Ed è così! Grazie per questo tuo contributo!

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