"È impossibile, almeno allo stato attuale degli uomini e delle cose, crescere, avanzare, compiere il proprio destino, e contemporaneamente osservare in modo reale e concreto il comandamento di non nuocere al prossimo, che tuttavia ci viene dato come la migliore e più alta regola di condotta. Dite che non dovremmo servirci altro che della forza spirituale, e mai distruggere con la guerra o con l'impiego, foss'anche difensivo, della violenza fisica? E sia, benché la forza asurica nell'uomo e nelle nazioni possa, nell'attesa che la forza spirituale divenga efficace, calpestare e distruggere tutto, massacrare, incendiare e profanare, come la vediamo fare oggi, con la differenza però che, in tal caso, lo farebbe liberamente e che il vostro non intervento avrebbe forse causato una strage tanto grande quanto l'avrebbero causata altri ricorrendo alla violenza; forse sareste riusciti a diffondere un ideale, che un giorno avrebbe potuto condurre - che anzi dovrà condurre - ad un migliore stato di cose. Ma persino la forza spirituale distrugge, quando è efficace. Soltanto coloro che l'hanno usata con gli occhi bene aperti sanno quanto essa sia più terribile e più distruttiva della spada o del cannone, e solamente quelli la cui vista non si ferma all'atto e ai suoi risultati immediati possono vedere quanto sia spaventoso il susseguirsi dei suoi effetti, quante cose essa distrugga, e con quelle cose, tutta la vita che ne dipendeva e che di quelle si nutriva. Il male non può perire senza causare la distruzione di gran parte di ciò che fonda la propria esistenza sul male; si tratta pur sempre di una distruzione, anche se a noi personalmente è risparmiata la sensazione dolorosa di un atto di violenza.
(…)
Non basta che le nostre mani rimangano pulite e la nostra anima pura perché la legge di guerra e di distruzione scompaia dal mondo; deve anzitutto essere divelto dall'umanità ciò che ne costituisce la radice. Tanto meno la semplice immobilità e l'inerzia di coloro che non vogliono o non possono opporre alcuna resistenza al male aboliranno tale legge; infatti l'inerzia - tamas - è ancor più nociva di quanto lo possa essere il principio rajasico di lotta, il quale almeno crea più di quanto distrugga. Quindi, per quanto concerne il problema dell'azione dell'individuo, il suo astenersi dalla lotta e dalla distruzione che inevitabilmente ne consegue, nelle loro forme fisiche più brutali, può aiutare lo sviluppo del proprio essere morale, ma lascia intatta la potenza dell'Uccisore delle creature".
"La verità è il fondamento della vera spiritualità e il coraggio ne è l’anima stessa".
"Il mondo del nostro lavoro e delle nostre battaglie è un mondo violento, pericoloso, distruttore e divoratore, in cui la vita non esiste che allo stato di precarietà e dove il corpo e l’anima dell’uomo si muovono in mezzo a pericoli enormi, un mondo in cui, lo vogliamo o no, ogni passo in avanti schiaccia o spezza qualcosa, dove ogni soffio di vita è anche un soffio di morte".
Sri Aurobindo, Lo yoga della Bhagavad Gita, Edizioni mediterranee.
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