"Essere corpo" di Jader Tolja e Tere Puig
Quando si studia anatomia nel modo classico, questa non viene mai sperimentata dall'interno, ma sempre tramite intermediari: libri, modelli, pazienti.
Dopo aver completato un corso di laurea in medicina, chiunque è in grado di spiegare esattamente la struttura di un fegato, illustrarne le funzioni e le interrelazioni con gli altri organi. Quasi nessuno però si occupa del fatto che il fegato possa anche essere "sentito", come esperienza viva e attuale.
A livello culturale, è interessante notare come questo aspetto venga completamente rimosso, e con esso anche la possibilità di rendersi conto di ciò a cui involontariamente si rinuncia. È come se l'anatomia esperienziale rappresentasse la faccia dimenticata dell'anatomia cognitiva. Non a caso i latini utilizzavano due verbi per esprimere il concetto di «sapere»: "cognosco" e "sapio"; il primo si riferiva soprattutto a una comprensione intellettuale, mentre il secondo proveniva da una radice che significa «assaporare, gustare». In realtà, nonostante i due aspetti siamo complementari e non si escludano reciprocamente, alle discipline che si "gustano" l'anatomia, come ad esempio la danza [ma anche lo yoga N.d.r.], manca un referente cognitivo sistematico e, viceversa, all'anatomia tradizionalmente intesa manca il "sapore".
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C'è solo una cosa peggiore di non essere liberi: non essere liberi e credere di esserlo.
Dal film Dresden
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L'aspetto forse più interessante di tutto l'universo moda è chiedersi come la mente sia arrivata a considerare «davvero belle» le scarpe che indossiamo, malgrado il dolore e le deformazioni che provocano al corpo.
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Le persone che ritengono di poter scegliere in base al proprio gusto si percepiscono come libere. Questo succede perché si parte dal presupposto che il gusto si sia sviluppato liberamente. In realtà non è così: il gusto non è, come pensiamo, espressione della nostra libertà, ma la sintesi finale dei condizionamenti che abbiamo ricevuto, delle informazioni che abbiamo avuto e, soprattutto, di quelle che non abbiano avuto. Una volta che il nostro gusto si è formato, le nostre scelte (in questo caso di abbigliamento) sono obbligate e, per quanto possa essere messo in discussione, potrebbe non bastare il tempo di una vita a modificarlo.
Quindi è privo di senso sia mettere in discussione le scelte operate in base al proprio gusto, sia tentare di cambiarlo. A renderci più liberi, infatti, non è compiere scelte non sentite, ma avere una diversa comprensione di quelle che ci ritroviamo a fare «spontaneamente».
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"Si insegna per quello che si dice. Ancora di più per quello che si fa. Ancora di più per quello che si è".
Ignazio di Loyola
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Quando si sceglie una scuola o un corso, non si sceglie solamente una materia, ma sopratutto un modo di essere.
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Quando desideriamo apprendere qualcosa, in realtà non stiamo scegliendo solo cosa imparare - praticare yoga, ballare il tango o usare Photoshop -, ma anche il modo, il clima e il contesto in cui farlo. Questo è un bivio che spesso imbocchiamo senza farci troppo caso, ma in cui può valere la pena accendere i fari. Perché "come" si apprende determina quello che diventeremo molto di più di ciò che si apprende.
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Finché non è nella carne, la conoscenza è solo rumore.
Proverbio africano
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È piacevole guardare una persona che pratica e sapere che qualità come sensibilità, grazia, ritmo, profondità, intensità, attenzione, percezione, forza, personalità sono già naturalmente dentro quell'individuo e stanno solo aspettando l'occasione che vengano aggiornate le idee mentali che ne limitano il dispiegarsi.
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C'è una sottile, ma cruciale differenza tra l'ormai popolare strategia aziendale di "far sentire" le persone importanti e l'accorgersi che invece le persone "sono" importanti.
La maggior parte delle persone passa sul posto di lavoro almeno la metà del proprio tempo da sveglia: ci si può permettere il lusso di lasciare in apnea per un periodo così lungo tutti gli aspetti che ci rendono umani, come l'emotività, il senso di appartenenza, il bisogno di significato, il bisogno di crescita, e così via?
Già da molti anni, si è capito che chi sente di appartenere emotivamente ad una determinata impresa e più soddisfatto e motivato per cui è anche più produttivo. [...] Ciò che tuttavia non sembra essere altrettanto chiaro è la differenza che passa, in azienda, tra il "far sentire" le persone importanti e il sentire che le persone "sono" importanti per davvero. In altre parole, tra il far finta di essere umani e l'esserlo veramente.
Che l'affettività, la solidarietà e altri aspetti umani siano un buon grimaldello per ottenere di più da chi lavora con noi o da chi è nostro cliente ormai è cosa nota. A non essere ancora ovvia è la differenza in termini di qualità della vita tra considerarsi reciprocamente limoni da spremere, oppure sentire si essere tutti parte di un medesimo albero di limoni.
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Quando un team ha dei problemi è sempre per questione di Ego.
Pep Guardiola
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"Fortunatamente, la maggior parte dei bambini impara a camminare prima che i genitori spieghino loro come fare".
Zach Kleiman
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Ciò di cui ci si è dimenticati è che, storicamente, quella che oggi indichiamo come medicina "ufficiale", è diventata tale solo perché si è ufficializzata da sola. Come accade spesso all'interno di alcune professioni, un sottogruppo comincia a organizzarsi burocraticamente e politicamente, ma la forza organizzativa e politica, e magari i riconoscimenti e la diffusione di massa, non significano necessariamente il possesso della verità. Per la medicina ufficiale il processo non è molto evidente perché ha avuto luogo in un'altra epoca storica. Ma se guardiamo a processi analoghi più attuali - nel campo della psicoterapia, ad esempio - la dinamica è facile da cogliere.
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È la verità a guarire. La verità è l'elemento comune a tutti i sistemi terapeutici efficaci.
John Upledger
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Non ti preoccupare se il territorio che stai esplorando non corrisponde più alla mappa.
Lamya Bukhovina
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Mentre il corpo è per sua natura cambiamento continuo, la mente, irrigidita dal tentativo di controllo del corpo e degli eventi, riesce a seguire tale percorso solo a scatti. Per questo motivo va in crisi ogni qual volta il cambiamento in atto, non essendo stato previsto, o risultando più profondo del solito, la costringe ad aggiornare le sue convinzioni.
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Ciò che è vitale cambia, si trasforma, diventa anche l'opposto di ciò che era prima.
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La spiritualità e la compassione non si manifestano come risultato di una ricerca mentale o del dover fare chissà cosa, ma sono l'effetto collaterale di una resa profonda dell'Ego, che permette alle aree più intime e profonde del corpo di emergere e manifestare le qualità emotive ad essa corrispondenti.
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La connessione braccia-cuore non è solo simbolica, è anche anatomica. L'innervazione di mani, braccia, polmoni e cuore parte dagli stessi spazi intervertebrali.
Le persone più aperte dal punto di visto emotivo, più autenticamente generose, le riconosci proprio perché sono molto presenti nei loro gesti e nel loro tocco. Possono essere anche persone minute, ma quando entri in contatto fisico senti la forza che c'è nell'esserci totalmente.
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Spesso ci si scorda che riuscire a realizzare un cambio di prospettiva in un contesto abituale è molto più rivoluzionario, per la propria vita e per la società, di un cambio radicale di attività.
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Ogni volta che neghiamo ciò che sentiamo dentro perdiamo un po' della nostra libertà.
Fritz Perls
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