Che “perdere” sia dunque - a volte - un po’ tradire per non aver voluto/potuto/saputo dare abbastanza?
Il significato di smarrire (che presuppone comunque una possibilità di ritrovamento) invece è molto vicino a quello di errare, impedire, confondere e sembra che derivi dalla radice germanica MAR che suggerisce impedimento e difficoltà. Quasi uno stato dell’essere, che provoca appunto uno smarrimento interno al soggetto agente invece che un evento casuale.
Ho sempre pensato che “perdere” e “smarrire” fossero eventi in un certo senso passivi, qualcosa che capita aldilà della volontà del soggetto agente.
Le loro etimologie però mi offrono nuovi spunti di interpretazione, e mettono luce sulla corresponsabilità che si ha su tutto ciò che ci succede.
E ancora una volta ricordo a me stessa che tutto ciò che si perde, in realtà non si è mai posseduto. Ma soprattutto che non si potrà mai perdere ciò che intimamente si è, e che quando si è ben saldi nel proprio centro non ci si può smarrire.
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