domenica 5 dicembre 2021

Quanto amore c’è nel dolore? Forse per questo è così difficile immergervisi?

No, non sto parlando di sofferenza, a quella ci abituiamo facilmente, non a caso fa rima anche con dipendenza. La sofferenza diventa facilmente una fetida poltrona, puzzolente ma in fondo confortevole, dove è facile adagiarsi e dalla quale può essere difficile rialzarsi, e comunque ti lascia sempre un gran mal di schiena. Non ti blocca, ma ti rallenta, ti rattrappisce, ti spegne lentamente.

Ma il dolore, il dolore puro, è diverso. Ti entra all’improvviso in ogni cellula, ti paralizza e ti trasforma, ti mette a contatto con l’inevitabile vulnerabilità, e al tempo stesso con un’inedita potenza. Cazzo, è così atroce, eppure gli sopravvivi. Non puoi fare altro, che sopravvivergli: vivergli sopra, appellandoti alla forza della vita che pure in questi momenti ti attraversa, non puoi fare altro che lasciarti sconvolgere da tutto l’amore che esplode dentro di te. È così il dolore: una bomba che ti scoppia dentro al cuore, lasciando cocci, detriti, a volte scorie tossiche, e cenere, sempre tanta cenere.

E in quella cenere, che ti racconta della perdita e della distruzione ma timidamente promette una rinascita, piano piano, inizi a confidare

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