“Il bambino non esce in un mondo freddo in cui la forza di gravità colpisce come il colpo di una mazza. Un liquido caldo che sostiene il corpo viene scambiato con un altro. Il passaggio all'aria respirabile, a una vita sulla terraferma, avviene lentamente e dolcemente". - Erik Sidenbladh, Nascere nell’acqua.
Oggi, le immagini della nascita abbondantemente condivise sui social media potrebbero rivendicare una esclusiva modernità rispetto al parto in acqua. Ma ci mancano le immagini della sua storia primitiva, già dal 2700 a.C., quando le donne dell'antica Creta, del Giappone, del Sud America e della Nuova Zelanda partorivano in oceani e fiumi poco profondi.
L'acqua traccia un confine protettivo per la donna che travaglia, alleggerendola dalla gravità e permettendole di conservare la sua energia. Si dice che l’acqua attivi la "risposta di rilassamento" nel sistema muscolare e riduca al minimo la stimolazione del sistema vestibolare, la parte nell'orecchio interno che fornisce informazioni costanti sul corpo. Il mondo esterno è quasi completamente tagliato fuori, proteggendola, nelle parole di Michel Odent, “da stimoli inutili” e, in modo abbastanza notevole, ha un effetto anche su chi assistente il parto.
Per i nostri antenati i benefici del senso di pulizia, del sollievo dal dolore e della freschezza dovevano essere stati evidenti, ma gli anni '60 hanno dato origine a un corpo filosofico di interrogativi sulle motivazioni più profonde. Il medico e filosofo siberiano Igor Tjarkovsky, che ha favorito la nascita in acqua di migliaia di bambini e ricorda che proveniamo dal mare da 3 miliardi di anni, afferma che il parto in acqua ottimizza il cervello del neonato, una teoria che potrebbe spiegare perché presso gli antichi egizi, i sacerdoti scelti nascevano in acqua.
Dal punto di vista del bambino, si dice che la continuità dell'ambiente che va da un fluido all'altro attenui l'assalto di nuove sensazioni traumatiche di luce, aria, gravità e suono, posticipando il monumentale primo respiro, contribuendo a una transizione più calma che influenzerà indelebilmente la nostra “impronta limbica” per tutta la vita.
Copyright © Natalie Lennard / Miss Aniela Ltd 2017
Traduzione/arrangiamento amatoriale di Monica Fronteddu ~ La doula di Kali.
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