Ti va di salire a vedere la mia collezione di annessi e connessi?

Scarabocciolo

Io so che tu sai che io so. Io so che non sai che non so.

La saggezza è sapere di non sapere. E l'ignoranza è non sapere di sapere.

Mi sento confusa. 

m'aura

"l'ei pre-sente l'aura d'aria di m'aura".

Ti va di salire a vedere la mia collezione di ormoni impazziti?

Così tanti maestri di vita e così pochi maestri di morte.

Un cuore che si spezza, in fondo, è un cuore che si apre.

Venerdì santo è un buon giorno per morire. Basta poi ricordarsi di resuscitare.

Ti va di salire a vedere la mia collezione di assenze, mancanze, insicurezze e abbandoni?

Adoro la primavera perché è la stagione dei piselli. Non siate maliziosi.

Parole che amo: solve et coagula

Due parole con dietro un mondo e più di significati.

Per gli alchimisti era la formula delle formule, quella della trasmutazione (fisica, psichica, spirituale, metaforica) del piombo in oro.

Solvere: sciogliere, separare, rompere.  In greco la stessa radice etimologica di sciogliere significa metaforicamente "libero", forse a sottintendere che non ci può essere libertà dove ci sono nodi o tensioni; da questa sfumatura deriva "assolvere: liberar da checchesia". Ma "essere solvente" significa anche pagare, rimettere i propri debiti. Il denaro diventa allora una forma di energia, non tanto per la sua capacità di scambio, ma soprattutto per la capacità di "solvere", ovvero di liberare i reciproci vincoli del particolare rapporto debitore/creditore.

Dopo aver dissolto è fondamentale coagulare o quagliare. Due parole sorelle che derivano dal latino co-agere, spingere insieme. 

Per ri-solvere un problema di qualsiasi natura bisogna sciogliere, separare gli elementi che lo compongono, possibilmente in un ambiente fluido che non ne comporti la dispersione, ma appunto nuove aggregazioni. La soluzione è ciò che deriva da questa trasformazione, che ricompone gli elementi in una nuova formula alchemica più alta, più pura, più efficiente.

Cfr.

Etimo.it solvere, risoluto, assolvere, coagulare

https://unaparolaalgiorno.it/significato/Q/quagliare

Distributore automatico di conferme.

(R)esiste

A(NTI)PATICA

Siamo ciò che buttiamo. Siamo ciò che ricicliamo.

Rosy Cona

Quanto mi intimidisce la timidezza altrui

Privi_legìo

Ti va di salire a vedere la mia collezione di nei?

Parole che amo: disquisire, discutere con parole squisite.

Non potho reposare

Nel 1915 Salvatore Sini scrive "A Diosa" (la dea) struggente poesia in "limba" (lingua sarda) in cui un uomo innamorato canta alla sua donna lontana - per motivi di forza maggiore - tutto il suo amore. Diosa risponde a sua volta con il suo canto d'amore "A Diosu", pregandolo di tornare di corsa, non rubando le ali ad un angelo (come dice lui), ma prendendo un treno, ma anche a piedi o a cavallo. 

Siamo in piena Prima Guerra Mondiale e "A Diosa" e "A Diosu" raccontano i sentimenti dei soldati partiti al fronte fra le fila della Brigata Sassari e delle loro donne rimaste a casa ad aspettarli, spesso invano.

Poco dopo  questa poesia fu musicata da Giuseppe Rachel e diventò Non potho reposare, la canzone che da allora è nella colonna sonora della vita di ogni sardo, nonché la canzone in sardo più conosciuta e più amata nel mondo.

La leggenda narra che per garantire a Rachel i diritti d'aurore, Sini - non essendo iscritto alla SIAE - registrò il testo a nome di Max Leopold Wagner.

Qua il testo completo e tradotto delle poesie originali "A Diosa" e "A Diosu".

http://eanna.altervista.org/a-diosa/