Scegliamo le vite che scegliamo - genitori, lavoro, partner, addirittura il nostro corpo - per fare esperienza di ciò che non siamo. Perché per comprendere a fondo qualsiasi cosa dobbiamo passare per il suo opposto.
È sentire il dolore che ci fa apprezzare il piacere e la gioia.
È quando percepiamo la dissonanza che tendiamo all’armonia.
È grazie al brutto che comprendiamo la poesia della bellezza.
E questo è vero per il corpo, per la mente e anche per l’anima.
Sperimentiamo la separazione per comprendere che siamo Uno.
Sperimentiamo il finito per comprendere l’infinito.
Sperimentiamo la morte per tendere alla nostra innata immortalità.
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