mercoledì 29 agosto 2018
lunedì 27 agosto 2018
venerdì 17 agosto 2018
venerdì 10 agosto 2018
Istruire è ostruire?
E fu così che a furia di istruire si finì per ostruire.
Praticamente una ostruzione d’istruzione.
Che posto assurdo gli ospedali. Un microcosmo autosufficiente dove vige incontrastata la regola dell’assurdo.
Malattia e morte continuamente sotto gli occhi dei vari operatori, infermieri e medici. Mestieri nobili e ingrati.
Indifferenza e compassione si intrecciano. Sofferenza e vita che scorre nonostante tutto si fondono.
Scorre lento il tempo, eppure scorre.
Giornate infinite ad aspettare la fine della flebo, a sussultare ogni volta che il solito vecchio grida disperato, ad ascoltare le voci della tv in sottofondo, tra le chiacchiere di parenti-assistenti che solidarizzano e si confrontano.
Ogni piccolo gesto o azione diventa un evento: l’arrivo del pasto, scendere al bar a prendere un caffè, l’arrivo di una faccia amica durante l’orario di visite. È qui che si rivaluta l’importanza delle piccole cose e delle persone, tutto ciò che si dava per scontato diventa improvvisamente importante e prezioso.
Ed è difficile trovare un senso in tutto ciò, ed è strano rendersi conto che il senso sia ricordarsi di quanto sia bello poter andare al cesso in assoluta autonomia senza doversi vergognare o infine arrendersi a doverla fare dentro ad un pannolone, una padella, un catetere.
Ecco che cosa sono la salute e la libertà, avere padronanza dei propri sfinteri, ovvero poter cagare in santa pace e senza dipendere dagli altri. Verrebbe quasi da sorridere e pensare... che insegnamento di merda!
Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social.
di Jaron Lanier, citazioni dal libro.
Se non sei parte della soluzione, non ci sarà nessuna soluzione.
...questo cadere in preda di un miraggio inafferrabile - è la dipendenza
Emozioni negative come la paura e la rabbia scavano più a fondo e si sedimentano più a lungo dentro di noi rispetto a quelle positive. Occorre maggior tempo per creare fiducia che per perderla. Bastano pochi secondi per scatenare una “reazione combatti o fuggi”, mentre per rilassarsi possono servire delle ore.
[...]
Nessuno paga le social media company per portare la pace nel mondo e per trasformarci in creature gentili. I social media sono di parte, ma non perché siano di destra o di sinistra. Tendono verso il basso. La relativa facilità con cui le emozioni negative possono essere usate per creare dipendenza e manipolare produce risultati aberranti. Una sfortuna combinazione di biologia e informatica favorisce il degrado umano.
La perdita di verità è il prodotto.
Le aziende che vendono identità false spesso sono a loro volta false.
È come se Facebook dicesse: «Se non ci paghi, non esisti».
Sta diventando la mafia dell’esistenza.
giovedì 2 agosto 2018
Parole che amo: forse.
"dal latino forsit, composto di fors 'sorte' e sit 'sia', 'sia destino'.
Questa parola è una di quelle presenze così fondamentali, di uso talmente automatico che isolarla dai discorsi per trattarla da sola è già disorientante.
Disorientamento che cresce in bene quando ci rendiamo conto che dietro a questa forma, che all'occhio che corre non desta curiosità, si cela una formula tanto solenne: come cambierebbe il tono del nostro parlare e del nostro scrivere se ogni 'forse' suonasse come un 'sia destino'? Sia destino molto."
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