giovedì 29 ottobre 2020

Ama
Gioisci
Fluisci

Lascia andare il bisogno di auto-boicottarti.
Lascia andare il bisogno di rinunciare alla felicità
In nome di cosa? Di questo benedetto retaggio cattolico per cui la sofferenza è moralmente migliore della felicità? Ma sei proprio sicura che sia davvero così?

Basta scappare quando ti succede qualcosa di bello e di buono. Basta rinunciare senza appello appena senti qualcosa di diverso da quello a cui sei abituata. È proprio nella fine di un’abitudine, nel nuovo che succede la magia, è nel cambiamento che si compie l’alchimia.

Lascia andare la paura, cosa potrà mai succedere? Un rigetto? È comunque una forma di liberazione.

Siamo nati per amare e gioire, il dolore è “solo” un insegnamento, profondo e fondamentale, ma temporaneo.
È grazie al dolore trasformato in empatia se non siamo una massa di fottutissimi stronzi. O almeno non lo siamo al 100%.
Al contrario, restare ancorati alla sofferenza, senza superarla, ci rende insensibili ai nostri bisogni e agli altri.

Siamo nati per congiungerci all’amore e alla felicità. Vado in quella direzione, se vuoi venire con me sarà bello camminarsi a fianco. Ma se resti ancorata alla tua sofferenza, perdonami, io qua non mi posso più fermare.

In_te_resse

sabato 3 ottobre 2020

La donna contiene, l’uomo sostiene.

Parole che amo: forsennato.

Che vuol dire “fuori di senno”, ma a me piace pensare che voglia dire “forse è nato”. Per qualcun'altra invece può voler dire "forse se n'è annato... de/dalla capoccia".


Ti va di salire a vedere la mia collezione di voglia di te?

Parole che amo: siringa.

Dal nome della ninfa degli alberi al seguito della Dea Artemide, trasformata dalle ninfe di fiume in un fascio canne al vento per aiutarla sfuggire alle avances di Pan, il quale, restando estasiato dal loro suono, le raccolse e le trasformò in zufolo.


https://unaparolaalgiorno.it/significato/siringa

Il sesso è l'apostrofo rosa tra le parole “non t’ho promesso niente”.

Parole che amo: ombra.

“Dicendolo in breve, e senza complicarci troppo, Pan è l’ombra. Ecco perché Peter Pan cerca l’ombra, perché sta cercando se stesso. La sua è una Caccia all’Anima.

Ma Pan è uno specifico tipo di “Anima”: è il dio-capro, il dio della natura selvatica, della forza rigogliosa e generatrice senza fine, dell’Eros (e non del sesso), del pan-ico (paura). Pan è il Dio Selvaggio.

[...]

Il segreto di oggi, solo uno dei molti nascosti in Peter Pan, è che questo ragazzino che non vuole (o non può?) crescere, guida dei Bimbi Sperduti, capace di volare e di portarti all’Isola che Non-C’è, è in realtà l’immagine benevola di una forza primegenia potentissima, capace di incutere “timore pan-ico” anche agli stessi dei: Pan.

È la forza della natura Selvaggia che scorre in ognuno di noi, intollerante agli schemi razionali, ai vincoli morali, alle norme comportamentali. Il suo seme è Vita, è l’Anima che si dimena tra i mille compromessi, perché vuole tornare alla sua realtà originaria, selvatica.

Perché ciò che è “salvatico” è ciò che ti salva.

È il diluvio sul “mondo fuori”, per tornare alla Terra, alla Natura, al suo ritmo, al suo respiro. È Amore al di là degli schemi di pensiero, è Eros creatore, perché esso è sempre al di là del Bene e del Male.

In definitiva Peter Pan è il desiderio di vita.”


Peter Pan ed il segreto dell’Ombra


https://youtu.be/Y_nnck0bN_Q

Ti va di salire a vedere la mia collezione di ricerca di conferme?

Parole che amo: ri_cor_dare: restituire al cuore.

Teniamo in memoria solo quelli che ci è rimasto nel cuore, tanto che “a memoria” in francese si dice “par coeur”, in portoghese “de coraçao” e in inglese “by heart”.

A proposito di heart, al suo interno contiene la parola “ear”, orecchio, per ricordarci, appunto, che possiamo ascoltare veramente solo nel cuore. E contiene anche la parola art perché amare e ascoltare sono una forma di arte. 💟

The immaculate deception

“È un grande maestro” is the new “è un grandissimo stronzo”.

Te_nera

L’amore è là, dove sei pronto a gioire.

Ti va di salire a vedere la mia collezione di ingenuità?

In francese il termine maux (mali) si pronuncia esattamente allo stesso modo del termine mots (parole) a indicare che i sintomi non sono altro che messaggi che il nostro corpo vuole trasmetterci. Significativo come anche il termine “malattia”in francese (maladie) suoni in modo identico a mal a dit cioè “il male ha detto”.

(Cit.)

Lo zen e l’arte di non riuscire ad andare al mare in Salento.

[DISCAIMER: post dal contenuto impopolare che potrebbe fare venire voglia di rimuovermi dagli amici. Leggere con cautela, facendo bene attenzione a non farsi sfuggire la nota ironica].

Il mare del Salento per me è un po’ come il Molise: non esiste. E se esiste è fortemente sopravvalutato. Certo, per chi arriva in quelle acque partendo dal fondale melmoso di Chiatona potrebbe sembrare il Paradiso, ma per chi come me  è cresciuta col culo a mollo delle cristalline acque del Golfo di Orosei l’asticella delle aspettative si alza vertiginosamente. 

Ma il punto non è nemmeno questo. Sarò stata in Salento almeno una decina di volte e solo due mezze volte sono riuscita a fare un bagno appena decente. 

Una volta era inverno, e vabbè, si sa che nella stagione fredda le località marittime non si esprimono al meglio.

Un’altra manciata di volte anche se era piena estate il tempo era brutto. E se è pur vero che al meteo non si comanda, però che cavolo di ospitalità è questa?! Non è possibile che appena arrivo io, in piena crisi di astinenza da mare sardo, della promessa “lu sole, lu mare, lu ientu”, mi facciate trovare solo impetuose folate de “lu ientu”, tanto valeva andarmene a Torre a Mare in un giorno di maestrale, che risparmiavo chilometri e traffico.

Un’altra volta era piena estate e anche bel tempo... ma c’era talmente tanta gente che in spiaggia si aveva a disposizione uno spazio vitale inferiore alla superficie del proprio asciugamano, tale da non poter apprezzare la differenza con un ombrellone in ottantesima fila a Castellaneta Marina in un sabato di agosto. Il bagno si faceva praticamente in fila indiana e mentre respiravi il vicino panciuto poteva tranquillamente indovinare cosa avevi mangiato il giorno prima e se ti giravi di scatto rischiavi di infilargli un un gomito nelle costole. Per avere una possibilità di fare due bracciate bisognava raggiungere via mare la Calabria.

Solo un paio di anni fa sono riuscita a tuffarmi al volo e con soddisfazione da uno scoglio del lungomare di Gallipoli. In mutande, perché non avevo il costume con me e faceva troppo caldo per continuare a stare sotto il sole. Bella storia, però ecco, dalla fama del Salento mi aspettavo qualcosa di più di una fugace sveltina. 

Adesso sono appena tornata da una settimana a Galatone. Una casa in campagna presa con un gruppo di amici. Stavamo talmente bene tra di noi che ci siamo timidamente allungati a Porto Selvaggio solo un paio di giorni dopo essere arrivati e solo per mezzo pomeriggio. Perché non si può non andare in Salento e non andare al mare. Salvo poi renderci conto che a Porto Selvaggio non ci si può andare solo per un paio di ore, giacché ci vogliono quindici minuti di macchina e mezz’ora di camminata a piedi (al ritorno in salita!). E se poi come noi, manco a dirlo, sbagli strada, nemmeno riesci a trovare la famosa baia, ti ritrovi a constatare che gli scogli sono talmente appuntiti da rendere la calata in acqua un’impresa alla Tom Cruise in Mission Impossible, soprattutto nei giorni in cui abbonda “lu ventu”, l’unica cosa che - ormai si è capito - in Salento non scarseggia mai. Per fortuna la casa era bella e la compagnia ottima, quindi restare a casa a magnare, beve’ e cazzeggiare ci ha fatto passare ogni altra velleità balneare. 

Tra un paio di giorni ci riprovo, motivi di lavoro mi porteranno a San Foca. Non è dato di sapere se e con che grado di soddisfazione potrò ammollare il mio culo in acqua. Vi farò sapere.

 Diamoci un’altra possibilità Salento, in fondo non sei tu, sono io. Però, almeno per una volta abbassami sto “lu ientu”, ecchecazz! 


P.S. 

Nota seria. Al di là di battute e scherzi, il Salento è diventato un cimitero di ulivi. Distese di tronchi tagliati, ovunque. Uno spettacolo macabro che fa davvero male al cuore. Abbiamo pianto lacrime amare per questa terra martoriata. Io non so bene della storia della xylella e della questione no tap, ma vedo che stiamo distruggendo le cose più belle della nostra terra senza capire che tutto ciò che infliggiamo alla terra lo infliggiamo a noi stessi. Forza ulivi, forza Salento, forza Puglia, forza Terra. La natura troverà la sua strada per risorgere, ma noi esseri umani restiamo comunque delle merde. 



Non avere paura di avere paura.

Parole che amo: sedare, che deriva da (far) sedere.

Se_darmi se_d’armi

Se_darti, se_d’arti

Se_darsi, se_d’arsi

Ti va di salire a vedere la mia collezione di punti di svista?

Il pensiero umano è così primitivo che è considerato una malattia infettiva in alcune delle migliori galassie.
C’è da esserne fieri, no?

(Man in black)

La strega di Biancaneve non era cattiva, era disperata.

 E infine Grimilde si chiese: “Ora che tutti gli specchi sono rotti, come farò a sapere che esisto?

Ti va di salire a vedere la mia collezione di pessimi affari?

“Topless oblige” (Cit.)