sabato 31 marzo 2012

In India c'è sempre spazio

The best exotic marigold hotel, di John Madden, 2012

Graham: "Prima regola in India: c'è sempre spazio!"

Muriel :"Se non lo riesco a pronunciare non lo mangio"

Sonny: "Alla fine andrà tutto bene. E se le cose non vanno bene vuol dire che non è ancora la fine."


venerdì 30 marzo 2012

Metti un viagra nel motore

Viagra deriva dal termine sanscrito vyghra, e significa Tigre.


Domare il prana

Sri K. Pattabhi Jois, Yoga Mala

Gomukhasana (22 vinyasa) Nasagrai & Urdhva Dristis
(l'immagine rappresenta Sri K. Pattabhi Jois con alcuni sei suoi discepoli più famosi, in alcune dimostrazioni presenti anche su youtube)


Per imparare bene il pranayama bisogna praticarlo con la guida di un Guru. Nessuno deve mai provarci ritenendo che la lettura dei testi sacri sia sufficiente a renderlo esperto in materia. Al contrario il discepolo deve prima imparare attentamente le regole del pranayama, senza avere fretta

Yatha simho gajo vyagro bhavedvashyah shanaih shanaih
Tathaiva sevito vayuranyatha hanti sadhakam

(Come si può portare gradualmente sotto controllo un leone, un elefante o una tigre, così ci si deve prendere cura del prana. Altrimenti essi distruggerà il discepolo.)
Hatha Yoga Pradipika, II, 15


Come un domatore intraprendente afferra un animale pericoloso che si aggira per la foresta quale la tigre, un leone o un elefante, e lentamente lo addomestica fino a tenerlo sotto controllo, così, con la forza dell’esercizio portiamo sotto controllo il respiro. Benché sia molto difficile ciò è possibile. Se però il discepolo si avventura in questa pratica violando le regole, o con orgoglio e falsa competenza, si mette da solo in pericolo. Tengano ciò bene a mente i discepoli.


Vina vinyasa yogena asanadin na karayet
(O yogi non fare l’asana senza il vinyasa)
Yoga Korunta di Vamana

Sudore e Respiro


Lino Miele

Il primo impatto (con l’ashtanga yoga di Pattabhi Jois ndr) è stato di totale sorpresa, era l’esatto opposto dell’idea che ci eravamo fatti dello yoga. Ci siamo trovati davanti a un altro linguaggio. Qui c’erano sudore e respriro. Quando feci il primo saluto al sole, lì sentii l’energia, quella della terra. Questa cosa l’ho percepita subito. Non capivo ancora nulla però sentivo. Io ci ho messo 5 anni per capire e non mi vergogno a dirlo.

F: Vuoi dire che nell’Ashtanga Yoga è il corpo che deve trovare la posizione e non la mente?
L: è il respiro che la deve trovare

F: Insomma non bisogna pensare.

L: Esatto, non dovresti pensare. È un problema, questo del pensare continuamente, tipico del mondo Occidentale. Noi siamo abituati a intellettualizzare tutto. Prima viene l’intelletto, io devo capire, poi faccio; perché se non capisco, come faccio? Nell’Ashtanga Yoga è tutto molto più istintivo all’inzio.


Il sanscrito è una lingua troppo complessa, dove una parola può avere fino a quattro significati.


Questo binomio, movimento e respirazione, ci fa sentire bene. Il nostro “ego” cresce in sintonia con le potenzialità del nostro corpo, scoperte e acquisite con la pratica. (…) Dunque questo ego cresce ed è sbagliato, ma lo devi capire da solo. Prima lo fai nascere, lo fai crescere, lo capisci e poi lo butti giù. (…) Quindi l’ego monta, monta, monta e poi lo stronchi quando e solo perché lo hai conosciuto.


Il bandha è esperienza. (…) Esperienza del respiro, una parte che difficilmente viene controllata. Ci vogliono anni.
Se il respiro nutre l’azione e l’azione nutre la postura, ogni movimento diventa gentile, preciso e perfettamente stabile.

In media un uomo respira 21.600 volte al giorno.

What now is it?

NowClock

lunedì 26 marzo 2012

Quasi amici

Quasi amici, di Olivier Nakache e Eric Toledano, 2011.






Philippe: "Lei ha il sussidio di disoccupazione. Come si sente a vivere alle spalle degli altri?"
Driss: "Io bene, e lei?"



Driss: "Earth, wind and fire e Kool & the gang sono buone referenze, no?"


Driss: "L'umorismo per lei è come la musica, non ne capisce niente."

Philippe: "Driss, mi dica, secondo lei perché la gente si interessa all'arte?"
Driss: "Non lo so, è un business!"
Philippe: "No. Perché è la sola traccia del nostro passaggio sulla terra."
Driss: "Ma che stronzata, per 50 euro vado da Bricofer e gliene faccio venti di tracce del mio passaggio sulla terra. Ci metto anche del burro in omaggio, se vuole!"

Cugino (parlando di Driss): "Stai attento, questa gente non ha nessuna pietà."
Philippe: "È esattamente quello che voglio: nessuna pietà. Spesso mi passa il telefono, sai perché? Perché si dimentica." 


Driss: "Dove andiamo?"
Philippe: "A respirare un po'."

(In una delle scene più significative Philippe "insegna" a Driss a volare... Driss si vendica con una battutaccia...)
Driss: "Mi è anche piaciuto ma col cavolo che lo rifaccio!"
Phillippe: "Lo vedremo..."
Driss: "Senti questa: dove si trova un tetraplegico?"
Philippe: "Non lo so... dove si trova?"
Drissi: "Dove lo hai lasciato!"
Philippe: "Questa è la migliore!"
Driss: "Questa è un po' forte!"
Philippe: "Non posso negarlo, è un po' forte!"


Philippe: "Sono come una bistecca congelata su una griglia rovente: non sento niente ma soffro lo stesso."

Philippe: "Il vero handicap non è la paralisi, è non avere più lei."

Philippe: "Cerco una relazione tra spirito e spirito
Driss: "Tra spirito e spirito... Ma sei poi è una cozza è una relazione tra spirito e cozza!" (...) Alla fine della lettera devi scrivere: a chiappe come sei messa?"

Driss: "
Non mi dice niente questa roba. La musica che non si balla non è musica per me."

Driss: "Era forte Bach, li faceva sballare tutti con la sua musica, era il Barry White dell'epoca."

Driss: "Le piaccio... ha detto che sembro Barak Obama!
 È come se a lei dicessero Strauss Khan!"

sabato 24 marzo 2012

Signora Luna

Persa nel cielo 
lungo la notte del mio cammino 
sono due luci
che mi accompagnan 
dovunque sto 
una nel sole 
per quando il sole 
mi copre d'oro 
una nel nero 
per quando il gelo 
mi vuole a sé 

signora luna che mi accompagni 
per tutto il mondo 
puoi tu spiegarmi 
dov'è la strada che porta a me 
forse nel sole 
forse nell'ombra 
così par esser 
ombra nel sole 
luce nell'ombra 
sempre per me 

perse nel cielo 
lungo la notte 
del mio cammino 
sono due luci che brillan sempre 
dovunque sto 
brillano alte 
brillano intense 
finchè par essere 
che siano gli occhi 
di chi ho già perduto 
che veglian per me 

signora luna che mi accompagni 
per tutto il mondo 
puoi tu spiegarmi dov'è la strada 
che porta a lei 
non se ne adombri 
signora luna se non ho amato 
diglielo a ella 
che solo ella 
veglia per me 

non se ne adombri signora luna 
se non ho amato 
solo negli occhi 
di chi è già stato 
veglia per me.



martedì 20 marzo 2012

Magnifica presenza

Magnifica Presenza, di Ferzan Ozpetek, 2012


Film Ozpetekiano in tutto e per tutto, musica, scenografia, topic, caratterizzazione dei personaggi, tutto già visto, ma abbastanza piacevole per chi ama il genere. La sensazione è che Ozpetek abbia voluto metterci troppe cose dentro questo film, ottenendo un risultato inconcludente. Qualche spunto interessante qua e là come il doppio album di figurine (originali e doppioni) che sostituisce la tavola imbandita (che invece diventa luogo di solitudine) come momento di ritrovo collettivo. Singolare l'omaggio del regista all'Unità di Italia: oggetto dell'album sono le personalità del Rinascimento italiano con Giuseppe Garibaldi figurina numero 1, rarità quasi introvabile. Più di tutti mi è piaciuto il personaggio di Ennio, orafo di giorno, drag queen di notte, le battute più belle del film sono le sue.

Luca: "Resta così, non ti svegliare. Finché dormi sei il mio segreto. Da sveglio sarai vero, di tutti." 

Pietro (riferendosi agli uomini che hanno picchiato Ennio): "Li conosceva?" 
Ennio (trans): "Solo uno e solo dalla vita in giù. È così buio quel parco che ci si vede solo con le dita. È un sesso braille." 

Ennio (vestito da trans): "Tesoro ma mi hai vista? Se credo ancora a me stessa come faccio a non credere ai fantasmi?"

Ennio: "Ho sempre contato sulla gentilezza degli estranei." 

Filippo: "Quello che c'è dentro racconta quello che c'è fuori."

Ennio: "A una certa età è meglio limitare il rapporto con le giovani ed evitare del tutto quello con le vecchie. Potrebbero essere contagiose." 

Livia Morosini: "Per tradire bisogna stare dalla parte di qualcuno. Io stavo solo dalla parte di me stessa. È una colpa questa?"

lunedì 19 marzo 2012

Surya Namaskara - il significato del saluto al sole

Il Dio Sole dona la salute, vitalità, ricchezza, protezione. Per ricevere la sua benedizione è importante praticare il saluto al sole secondo le regole dei testi sacri. 


Arogyam bhaskarad icchet
(Bisogna desiderare la salute che deriva dal sole)

Namaskarapriya suryah
(Il sole ama Namaskara)

Mantra
Hridrogyam mama surya harimanam cha nashaya
O Sole, togli dal mio corpo e dalla mia mente il pallore insano.


Surya Namaskara A e B secondo l'ashtanga yoga con indicazione dei vinyiasa

sabato 17 marzo 2012

Siamo ciò che mangiamo

"Se uno mangia cibo puro, la sua mente diventa pura, poiché essa assume le qualità di ciò che si mangia, come dice autorevolmente una Upanishad: "Ahara shuddhau sattva shuddih / Sattva shuddhau druvasmrtih" (se il cibo che assumiamo è puro, la nostra mente diventa pura, e la memoria diventa salda.)"
Sri K. Pattabhi Jois, Yoga Mala


"La definizione di quanto beneficio si possa trarre dal cibo non si deve limitare alle analisi tossicologniche dei nutrienti, ma implica una consapevolezza ecologica di come fare scorte di quel nutriente possa influenzare l'ecosistema. In questo senso ogni pasto che consumiamo ha un impatto più alto sul pianeta, a partire dall'armonia relativa dei metodi di coltivazione, fino ad arrivare all'impatto umano di un commercio equo e solidale. Il contesto di coltivazione, raccolta e commercio di un prodotto forma un profilo all'interno della rete energetica globale del pianeta, e ogni atto di consumo rinforza tale profilo, così che l'atto del mangiare diventa sia spirituale che politico."

"Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo." 


Manifesto che la US Food Administration diffuse durante la Prima Guerra Mondiale contro lo spreco di cibo

venerdì 16 marzo 2012

It's up to you.


Sissy: "Non siamo cattive persone. È solo che veniamo da un brutto posto."


If I can make it there 
I’ll make it anywhere,
 it's up to you, 
New York, New York!


Shame, di Steve McQueen, 2012


giovedì 15 marzo 2012

Egocentrica, dunque lunatica


Perché mai non dovrei essere egocentrica?
È vero, il sole non gira intorno a me. 
La luna sì, però.
Moon over Barbagia; 6th of august 2011
copyright by: Ziga Koritnik, 2011
www.zigakoritnik.com


(in fondo lo aveva già cantato Simona Molinari)

martedì 13 marzo 2012

Tottoi - The secret of the seal. (Ichnusa vista dal Giappone).

Nel 1980 Gianni Padoan scrive il libro Tottoi, ambientato a Cala Gonone, quale orgoglio, per una frazione marina con meno di duemila anime e sprovvista addirittura della scuola media.

Come spesso accade non ci accorgiamo di quanto è prezioso ciò che ci circonda finché non ce lo viene a dire qualcuno da lontano. E così è accaduto che Giappone e Stati Uniti, sempre affamati come sono di nuovi stimoli e suggestioni, hanno dato vita animata a questa piccola storia isolana. Dunque quel libro oggi in Italia è una rarità, ma nel 1992 diventò un lungometraggio animato giapponese con produzione e distribuzione americana dal titolo "The secret of the seal - Tottoi". Curiosamente, per le misteriose regole della distribuzione  il film è in commercio in VHS solo in America e in Gran Bretagna, mentre in Spagna è stato distribuito dalla televisione. Inoltre la storia è diventata spunto per un videogioco didattico per l'apprendimento della lingua inglese. In ogni caso il successo commerciale è stato più che soddisfacente, mentre in Italia praticamente si ignorava tutto ciò.

Ma forse, almeno nei luoghi dove il romanzo e il cartone animato sono ambientati, qualcosa sta per cambiare, perché grazie agli studenti della scuola media di Dorgali il 17 marzo 2012 verrà presentata una versione in italiano (corredata di espressioni in sardo) del film.
Da notare che luoghi e costumi sono rappresentati con un realismo impressionante: la motonave Tirrenia, addirittura i cartelli stradali all'ingresso della galleria o la forma dei tornanti della strada per scendere da Dorgali a Cala Gonone sono talmente uguali agli originali che viene da pensare che per qualche tempo, nei primi anni novanta, uno sparuto gruppi di disegnatori nipponici abbia soggiornato nel golfo di Orosei passando le giornate a riprodurre e disegnare (più realisticamente a fotografare per completare il lavoro in patria) i nostri paesaggi. Chissà se c'è qualcuno che ne ha memoria.


In attesa di vedere presto, almeno in qualche cinema d'essai una versione almeno sottotitolata del film, mi chiedo e mi richiedo se in qualche angolo sperduto di casa dei miei genitori ci sia ancora la mia vecchia copia del libro... 





giovedì 8 marzo 2012

The March of the Women (Oggi non è la festa della donna)

Oggi non è la festa della donna, ma la Giornata internazionale della donna.
La differenza è sostanziale.
Tutti oggi dovrebbero fare e voler ricevere gli auguri.
Dunque, auguri.


lunedì 5 marzo 2012

Il mio funerale - Disposizioni per un saluto

"Stamattina sono stato a un funerale. La cerimonia è andata via liscia e incolore finché alla fine il prete ha detto: “Ora il figlio vuole dire qualche parola”. Il figlio, in dieci minuti, ha tratteggiato un ritratto vivo, affettuoso e vivace del padre. Un ritratto senza sbavature né esagerazioni né cedimenti al sentimentalismo. Ma quei dieci minuti hanno avuto più calore, colore e spessore di tutto il resto della cerimonia. Il papà era ancora lì tra noi, vivo, e questo sarà il ricordo che ne manterremo.

Ordunque, trascurando il fatto che io sono certamente immortale, se per qualche errore del Creatore prima o poi dovesse succedere anche a me di morire – evento verso cui serbo la più tranquilla e sorridente delle disposizioni – ecco le mie istruzioni per l’uso.

La mia bara posata a terra, in un ambiente possibilmente laico, ma va bene anche una chiesa, chi se ne frega. Potrebbe anche essere la Casa delle Balene, se ci sarà già o ci sarà ancora. L’ora? Tardo pomeriggio, verso l’ora dell’aperitivo. Se non sarà stato possibile recuperare il cadavere perché magari sono sparito in mare (non è una cattiva morte, ci sono stato vicino: ti prende una gran serenità), in uno dei miei viaggi, andrà bene la sedia dove lavoro col mio ritratto sopra.

Verrà data comunicazione, naturalmente per posta elettronica, alla lista EnzoB e a tutte le altre mailing list che avrò all’epoca. Si farà anche un annuncio sui miei blog e su qualsiasi altra diavoleria elettronica verrà inventata nei prossimi cent’anni.

Vorrei che tutti fossero vestiti con abiti allegri e colorati. Vorrei che, per non più di trenta minuti complessivi, mia moglie, i miei figli, i miei fratelli e miei amici più stretti tracciassero un breve ritratto del caro estinto, coi mezzi che credono: lettera, ricordo, audiovisivo, canzone, poesia, satira, epigramma, haiku.

Ci saranno alcune parole tabù che 'assolutamente' non dovranno essere pronunciate: dolore, perdita, vuoto incolmabile, padre affettuoso, sposo esemplare, valle di lacrime, non lo dimenticheremo mai, inconsolabile, il mondo è un po’ più freddo, sono sempre i migliori che se ne vanno e poi tutti gli eufemismi come si è spento, è scomparso, ci ha lasciati. Il ritratto migliore sarà quello che strapperà più risate fra il pubblico. Quindi dateci dentro e non risparmiatemi. Tanto non avrete mai veramente idea di tutto quello che ho combinato.

Poi una tenda si scosterà e apparirà un buffet con vino, panini e paninetti, tartine, dolci, pasta al forno, risotti, birra, salsicce e tutto quel che volete. Vorrei l’orchestra degli UNZA, gli zingari di Milano, che cominci a suonare musiche allegre, violini e sax e fisarmoniche. Non mi dispiacerebbe se la gente si mettesse a ballare.

Voglio che ognuno versi una goccia di vino sulla bara, che cazzo, mica tutto a voi, in fondo sono io che pago, datene un po’ anche a me. Voglio che si rida – avete notato? Ai funerali si finisce sempre per ridere: è naturale, la vita prende il sopravvento sulla morte – . E si fumi tranquillamente tutto ciò che si vuole. Non mi dispiacerebbe se nascessero nuovi amori. Una sveltina su un soppalco defilato non la considererei un’offesa alla morte, bensì un’offerta alla vita.

Verso le otto o le nove, senza tante cerimonie, la mia bara venga portata via in punta di piedi e avviata al crematorio, mentre la musica e la festa continueranno fino a notte inoltrata. Le mie ceneri in mare, direi. Ma fate voi, cazzo mi frega.
Basta che non facciate come nel Grande Lebowski."

Enzo Baldoni, tramite la sua newsletter Zonker  il 24/05/2003


(Quando uno è ficcanaso, è ficcanaso
link ad alcuni suoi scritti